Un Parco commerciale bis a Rabuiese

Progetto avanzato dalla società 3Est che punta ad attrarre grossi marchi della grande distribuzione. I dubbi del Consiglio
Un'immagine simbolo di shopping
Un'immagine simbolo di shopping

MUGGIA. Un nuovo grande Parco commerciale da costruire a Rabuiese. È il progetto firmato dalla società immobiliare 3Est -, proprietaria da 13 anni dell’area verso il confine in cui dovrebb sorgere il centro shopping - che verrà discusso questa sera durante i lavori del Consiglio comunale di Muggia e sarà anticipato dall'audizione in municipio dei proprietari del gruppo, chiamati a fornire risposte sull’operazione.

Il progetto Nei piani della 3Est il Parco commerciale di Rabuiese dovrebbe estendersi complessivamente su una superficie di 33mila 326 metri quadrati di cui 24mila 200 mq di zona commerciale. La parte restante sarà riservata ad area verde, servizi e viabilità. La zona, che rientra in area H2 del Piano regolatore generale comunale, avrà uno sviluppo di 36mila 294 metri cubi con altezze massime pare a 10 metri. Nello specifico il progetto prevede due corpi di fabbrica: uno riservato al commercio all'ingrosso e uno per il commercio al dettaglio. Il progetto prevede inoltre 11mila mq di superfici riservate a parcheggi di pertinenza, 1.100 mq di parcheggi per uso pubblico e 2mila 600 mq di verde sempre per uso pubblico. Oltre alla creazione di una vera e propria pista ciclopedonale, tutta la realizzazione del mega Parco commerciale ha in progetto la sistemazione della viabilità.

Muggia, “sì” al maxiparco a Rabuiese
Il centro commerciale Montedoro Freetime, a Rabuiese

La seduta del Consiglio Oggi l’aula sarà chiamata ad approvare la seconda variante al Piano di settore del commercio per l'individuazione delle Grandi strutture di vendita. Un iter necessario in quanto l'apertura, l'ampliamento e il trasferimento delle grandi strutture di vendita sono soggetti ad autorizzazione del Comune come previsto dal Piano comunale di settore del commercio, specificando che limitazioni all'insediamento di dette strutture possono derivare da «limiti imposti a garanzia della tutela del territorio e dell'ambiente, in particolare sotto il profilo edilizio urbanistico, incluso l'inquinamento acustico, architettonico, storico culturale e di viabilità».

La commissione Prima del Consiglio, alle 17, si svolgerà un'audizione riservata alla seconda Commissione presieduta dal consigliere con i vertici della 3Est. La richiesta di cambio di destinazione, da ingrosso a grande distribuzione, inoltrata dalla società ha posto qualche perplessità ai commissari, che hanno chiesto di poter approfondire la proposta di delibera per avere le necessarie informazioni per un voto consapevole.

I dubbi «La Commissione comunale ha chiesto di poter incontrare i rappresentanti della società per verificare se ci sono già imprenditori interessati ad insediarsi nell'area – racconta l'assessore al Commercio di Muggia Stefano Decolle - . La perplessità sta nei tempi immensamente lunghi, quasi 10 anni, per poter portare a compimento un progetto che potrebbe essere già superato. Il nostro sistema ha bisogno di assoluta innovazione nella potestà della decisione, sulla grande distribuzione sarebbe il tempo di avere decisioni in area vasta con strumenti pianificatori che tengano in considerazione le modalità commerciali attuali in continua e veloce evoluzione, o dare strumenti adeguati ai Comuni che devono tener in debita considerazione i centri storici e le loro ambizioni: in questo momento siamo in mezzo al guado».

L'esponente della giunta Nesladek ha evidenziato poi come i parchi commerciali siano cresciuti nelle immediate vicinanze di Capodistria, «mentre invece nella nostra provincia siamo rimasti fermi e solo adesso ci rendiamo conto che quanto pianificato a suo tempo non è stato ancora portato a compimento, anzi siamo ancora a decidere ed interrogarci sull'opportunità di un cambio di destinazione. Passare dal commercio all'ingrosso alla grande distribuzione è una necessità di mercato, grandi superfici di vendita sono richieste dalle grandi catene internazionali - conclude Decolle - bisogna trovare una nuova sintesi tra le pubbliche amministrazioni e gli imprenditori».

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