Un paradiso gay nel gulag di Tito
TRIESTE. Da gulag di Tito a paradiso per gay e lesbiche? Decisamente non c’è pace per Goli otok, l’Isola calva, l’ex carcere speciale per dissidenti e nemici del popolo gestito dal regime del defunto maresciallo nella sua Jugoslavia. Perché tra le idee giunte all’Ufficio di Stato per la gestione del patrimonio pubblico della Croazia (Duudi) e relativo alla vendita di Goli otok all’iniziativa privata c’è anche, per l’appunto, l’idea di trasformare lo stupendo (da un punto di vista naturalistico) isolotto in un resort specializzato per omosessuali e lesbiche come contenuto nel progetto denominato “Goli otok-European Gay Resort Croatia” presentato al competente ufficio dal Forum ecologico-sociale di Fiume in cui si delinea l’Isola calva come una sorta di paradiso per il turismo omosessuale, un target, dicono i proponenti, molto remunerativo per attirare in Croazia una segmento turistico che fin qui ha alquanto snobbato le splendide coste del Paese appena diventato un membro dell’Unione europea.
Complessivamente per Goli otok l’Ufficio statale per il patrimonio ha ricevuto complessivamente 10 progetti di riqualificazione. Il termine, che riguarda tutti gli immobili posti in vendita dallo Stato, è scaduto ieri. Il governo di Zagabria si è reso conto dell’importanza storica e simbolica del sito di Goli otok e così la vendita o la concessione d’uso dell’isola non si baserà solo sull’offerta più remunerativa per il “venditore”. Da Zagabria, infatti, fanno sapere che, relativamente ai dieci progetti per l’Isola calva quest’autunno sarà organizzata una tavola rotonda, un confronto a più voci insomma, per valutare e decidere la destinazione d’uso più consona per questo piccolo gioiello incastonato lungo la costa. Al tavolo siederanno il ministero del Turismo e quello della Cultura, il Comune Lopar-Rab nonché i rappresentanti di enti, organizzazioni e società che hanno depositato nei termini i progetti di sviluppo dell’isola. Dal Duudi fanno sapere che i progetti variano dalla trasformazione dell’Isola calva in una sorta di museo e quindi facendo leva sul turismo culturale fino a progetti che prevedono uno sviluppo turistico più “consumista” di Goli otok. Dal tavolo di confronto dovrà scaturire la destinazione finale. Solo successivamente sarà bandito il concorso pubblico per acquistare l’isola, il tutto vincolato allo “sfruttamento” deciso dal confronto.
Ricordiamo che la Croazia ha messo in vendita i suoi gioielli, complessivamente 20 milioni di metri quadrati dei quali Goli otok costituisce con i suoi 4,5 milioni di metri quadri il 25% del totale, tra cui ville a Laurana, Abbazia, Dubrovnik, Plitvice (villa Izvor), l’ex scuola politica di Kumrovec, forte Musil a Pola, l’hotel Iž a Zara, ‹eška vila a Lissa, Dulovo a Spalato, Kov›anje a Lussinpiccolo, un centro residenziale a Zagabria, il Data center a Deanovec, la vecchia acciaieria di Sisak e così via, con gli ex obiettivi militari a farla da padrona.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo