Un palazzo-fantasma la sede delle Ferrovie a Trieste

Resta invenduto il palazzo delle Ferrovie dello Stato di piazza Vittorio Veneto, messo ufficialmente sul mercato nel 2008. La maestosa ampiezza dell’immobile - 17.800 metri quadrati - che si affaccia anche sulle vie Galatti, Filzi e Milano, e i vincoli posti dalla Soprintendenza rendono difficile una sua collocazione. Intanto Ferrovie ha già avviato da qualche anno l’operazione di trasferimento degli uffici ancora ospitati nell’immobile. «Gradualmente verranno spostati tutti in sedi e impianti delle Ferrovie in fase di recupero e di ristrutturazione - fa sapere l'ufficio stampa di Ferrovie - fino allo svuotamento completo del palazzo. Per tutti gli uffici si sta cercando una nuova collocazione». La Polfer dovrebbe venire spostata all'interno della stazione centrale, creando un unico punto di riferimento della sezione della polizia ferroviaria.
Dei cinque piani del palazzo realizzato nel 1895 dall’architetto Giacomo Sagors, l'ultimo è già completamente sgombro. Il quarto è occupato solo per metà mentre gli atri piani ospitano Federservizi Spa, gli uffici della sezione regionale di Trenitalia, Passeggeri, Cargo, Fs Holding, Rfi Sanitario dove si svolgono ancora le visite mediche anche per il rinnovo della patente e la Polfer. Al pianterreno sono ancora operativi e occupati dalla mensa delle Ferrovie gli ampi spazi tra via Filzi e via Milano e quelli del bar-ristorante tra via Galatti e piazza Vittorio Veneto. Oggi nell'edificio lavorano indicativamente 200 persone, inclusi gli agenti della Polfer. Alla fine del 2012 ha lasciato quel palazzo anche l'associazione del Dopolavoro Ferroviario che si è trasferita in piazza Belvedere. Il sodalizio aveva grandi progetti per la sede di piazza Vittorio Veneto: contava di trasformare in una palestra l'ex sala cinematografica ospitata nel palazzo e ormai in totale abbandono. Alcuni di questi lavori di trasformazione erano stati anche già cominciati, poi tutto si è fermato.
L'edificio dopo la metà degli anni Cinquanta ospitava al pianterreno alcune attività commerciali mentre nella parte posteriore, in epoca fascista, si trovava proprio il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, diventato cinema Vittorio Veneto e inaugurato nel 1949. Alcuni anni fa la Regione aveva sondato la possibilità di acquistare il palazzo di Vittorio Veneto, ma aveva poi concentrato l’attenzione su palazzo Arrigoni ipotizzando una permuta con il palazzo ex Enel sulle Rive, coinvolgendo le Generali. L’affare poi è tramontato, lasciando così l'immobile delle Ferrovie a un destino da definire.
Resta incerto anche il futuro del palazzo dell'ex Intendenza di Finanza, quello attiguo alla sede delle Poste e affacciato su largo Panfili. La Fintecna immobiliare Srl, proprietaria dell'edificio, ha aperto lì il cantiere nel 2009. Ha montato le impalcature ma i lavori non sono mai iniziati. La tabella è sempre apposta in largo Panfili e indica la fine dei lavori per il luglio del 2011. Da anni è circolata la voce secondo cui il palazzo era destinato a diventare albergo proprio per iniziativa di Fintecna, che aveva così dimostrato di aver cambiato rotta sull’ex Intendenza e di volersi tenere l’immobile dopo che l’asta bandita era andata deserta. Di fatto l’edificio è stato ceduto a Italia Turismo, una società di Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Sia il palazzo delle Ferrovie che quello della parte retrostante la sede delle Poste comunque sono inseriti in Zona 0, di conseguenza hanno qualsiasi destinazione d'uso: residenziale, alberghiera, commerciale. La possibilità di riutilizzo dei due palazzi dunque esiste, ma di acquirenti a oggi non se ne vedono e i due immobili rischiano negli anni di trasformarsi in palazzi fantasma, vuoti e con conseguente perdita di valore sul mercato.
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