Un outlet “inglese” con grandi marchi negli spazi del Silos di Trieste
TRIESTE Un outlet con marchi di alto livello - sul modello di quello aperto a Noventa di Piave -, da realizzare all’interno del Silos. È l’idea avanzata da un fondo inglese, attratto dalle potenzialità d’investimento di Trieste, e in particolare del Porto vecchio, e deciso appunto a trasformare l’edificio fatiscente che ospita ora bivacchi di profughi e disperati in mecca dello shopping a prezzi scontati. Un’idea che farebbe di certo felici le tante fashion victim della città e che lo stesso Roberto Dipiazza vedrebbe di buon occhio. «La città non ha bisogno di altri centri commerciali - afferma il sindaco -. Diverso, e decisamente più interessante, è invece il discorso di un outlet, peraltro così vicino e alla stazione. Una soluzione molto funzionale per turisti e passeggeri, che potrebbero così fare acquisti in attesa tra un viaggio e l’altro, anche in vista dell’arrivo del nuovo collegamento verso l’aeroporto».
Quella dell’outlet, peraltro, non è l’unica proposta “internazionale” per il rilancio di Porto vecchio e dintorni. Ad essersi fatta avanti è anche una società americana, che realizza marine solo per yacht di lusso. L’obiettivo è realizzare una struttura imponente tra Molo IV e Molo III, di fronte sede alla Guardia costiera, affinchè gli ospiti possano sostare in tutta sicurezza.
Il nome, come quello degli altri investitori, è sempre top secret, ma il profilo è stato ufficializzato. Si concentra sull’acquisizione, la gestione e la manutenzione dei porti turistici di yacht di lusso e delle proprietà immobiliari circostanti. Offre una collezione di porti turistici nei Caraibi e nelle Americhe, che si rivolgono a una varietà di tipi di imbarcazioni tra cui natanti per la pesca sportiva, incrociatori, barche a vela e yacht a motore, oltre e che sono stati scelti come esclusiva “casa base” da alcuni dei megayacht più grandi del mondo. Non solo, la società americana in questione ha un portafoglio completo di soluzioni di gestione e formazione per le esigenze di ogni proprietario di marina, dalle operazioni e servizi al marchio e marketing, contabilità, assicurazioni, sviluppo, progettazione e ingegneria, con professionisti interni per assistere i clienti.
In ballo c’è poi la realizzazione di un porto di scalo per Msc. Un’opzione, fa notare il sindaco, che «imprimerebbe un’accelerazione bestiale alla realizzazione di locali e ristoranti nella stessa zona». E poi ancora c’è la trattativa per l’utilizzo futuro dei cinque magazzini all’inizio dell’antico scalo in concessione alla Greensisam di Pierluigi Maneschi. Il manager sta infatti dialogando con un gruppo d’Oltralpe interessato a costruire due hotel di lusso («nessuno ormai punta agli hotel con poche stelle», precisa il sindaco), e a trasformare gli altri edifici in residenze per inquilini “danarosi”. In mezzo, tante palme, viali alberati e spiazzi verdi. E la prospettiva, in caso di problemi alle fognature legati alla presenza del torrente Chiave, di realizzare un intervento sotterraneo con un sistema austriaco per evitare la puzza di fogna intorno al Molo IV attraverso un pompaggio che arriva fino a Servola, dove sta per essere inaugurato il nuovo depuratore.
Insomma - assicura con orgoglio il sindaco, indicando sulla cartina dell’antico scalo stesa sul tavolo del suo ufficio - il Porto vecchio inizia davvero a far gola agli investitori stranieri: inglesi, americani e austriaci. Per non parlare poi dei cinesi: entro fine mese televisioni e giornali del colosso dell’Estremo Oriente sbarcheranno in città proprio per accendere i riflettori sul Porto vecchio. E questo è solo l’inizio.
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