Un occhio vigila sugli oggetti semi-sommersi

Nel polo nautico, anche grazie a Monte Carlo Yachts, nasce un dispositivo rivoluzionario per la navigazione
Di Ciro Vitiello
Bonaventura Monfalcone-29.09.2016 Presentazione prototipo marino-Marina Lepanto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-29.09.2016 Presentazione prototipo marino-Marina Lepanto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Più sicurezza per le imbarcazioni e le persone in mare con l'SSOD2, acronimo di Semi Sommerge Object Detector, il nuovo dispositivo innovativo di rilevazione di oggetti semi-sommersi durante la navigazione, presentato agli operatori del settore nella sala conferenze di Marina Lepanto a Monfalcone. È un progetto di ricerca realizzato in Friuli Venezia Giulia cofinanziato, come spiega Martina Russi cluster manager di Mare Fvg, con risorse del Fondo regionale per lo sviluppo della Coesione, per 450 mila euro. Ha visto impegnati come gruppi di ricerca le società Eidon Kaires di Trieste (capofila), una azienda innovativa specializzata nella progettazione di sistemi di visione per l'automazione industriale, Mare Tc, cioè il Maritime Technology Cluster Fvg (ex Ditenave), l'organismo di ricerca Eidon Lab e il cantiere Monte Carlo Yachts della città dei cantieri. Lo scopo del Fondo regionale per lo Sviluppo della Coesione è di mettere insieme competenze innovative di aziende private, piccole e medie imprese, con il mondo della ricerca. Molto interessanti le caratteristiche dello strumento, di facile sistemazione a bordo (a prua, oppure in una posizione alta) che potrebbe far gola ai partecipanti dell’imminente Barcolana. Il campo di azione consente di individuare oggetti in mare che si trovano a pelo d'acqua fino a 300 metri, mentre l'angolo di visione si apre fino a 45-50°. Inoltre penetra nell'osservazione per 2-3 metri nelle onde marine. Il prezzo dello strumento industrializzato, si aggira a poco più di 5mila euro, a seconda del tipo di imbarcazione su cui viene installato, cioè barca a vela, yacht, oltre che dalla potenza del raggio laser inviato, che ha il minimo di un Watt. «Il prototipo, collaudato con successo con le prove in mare - afferma Gian Piero Abbate della Eidon Lab - consente di intercettare ostacoli che non sono rilevabili ne da un radar perché la parte emersa è troppo piccola e neanche da un sonar che ispeziona il fondo». L'ingegnere elettronico della Kaires, Lucilla Lancillotti aggiunge che «l’SSOD2 rappresenta durante la navigazione una maggiore sicurezza per affrontare i pericoli che si possono incontrare: container caduti da qualche nave e dispersi in mare, barche piccole, tronchi nelle vicinanze dei fiumi». Il sistema di funzionamento è basato su una telecamera, sulla tecnologia dei raggi laser e un software di ultima generazione a intelligenza artificiale per l'elaborazione delle immagini. Per Massimo Cattellani di Monte Carlo Yachts «questo progetto è importante per noi e per i clienti che ci chiedono più innovazioni. Il dispositivo utilissimo anche per la navigazione notturna e per quella diurna con mare mosso, poiché gli oggetti sono poco visibili con le onde». Luciana Grimani e Sabrina Miotto della Regione hanno rimarcato l'importanza della collaborazione aziende-ricerca. Le proposte progettuali presentate sono 57, per un totale di 194 interventi, di cui 28 tra standard e strategici, nell'area delle tecnologie marittime.

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