Un nudo di donna davanti alla Basilica E Grado si divide

L’opera d’arte "Piccola perla" collocata nell’area dove si terrà la Via Crucis Il caso destinato ad approdare anche in Consiglio comunale
Bonaventura Monfalcone-29.03.2018 Cartellone vicino alla Basilica-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-29.03.2018 Cartellone vicino alla Basilica-Grado-foto di Katia Bonaventura

GRADO. Probabilmente quel nudo avrebbe dato fastidio comunque, nonostante siamo nel 2018 e l’arte (vera o presunta) ormai da tempo ci abbia ben abituati alle provocazioni. Ma siamo nella settimana di Pasqua. E quel nudo è stato collocato vicino a una chiesa, la Basilica di Sant’Eufemia, a Grado, con conseguente malumore di alcuni fedeli. Oggi, venerdì 30 marzo, alle 19.30 in Basilica è in programma la Via Crucis cui seguirà la processione per le vie del centro con la Reliquia della Croce. Il corteo si formerà proprio attorno alla Colonna Patriarchina: sarà impossibile non vedere il lavoro “incriminato”, a meno che qualcuno non lo copra. Ma c’è da scommettere che qualche fedele invocherà la pioggia, visto che in caso di maltempo la processione si svolgerà all’interno della Basilica. Altri invece invocano Botticelli, attribuiscono all’opera significati nobili e se la prendono con chi le opere d’arte non le sa apprezzare.

Foto a seno nudo in chiesa a Ragusa


Nel caso in questione si tratta di una stampa su Pvc di 4 metri di larghezza e di 2,70 di altezza tratta da un acrilico; Emiliano Movio ne è l’autore. “Piccola perla” è il titolo del lavoro installato nell’ambito di Aeson, progetto dell'associazione Ecopark che vede esposte in varie zone di Grado opere di più artisti. Il progetto fa parte del festival “Isola delle Donne” organizzato dall’assessorato alle Pari opportunità del Comune di Grado.

La “Piccola Perla” è stata reputata quanto meno di dubbio gusto da alcuni fedeli, che hanno espresso un giudizio più severo di quello dello stesso arciprete di Grado, monsignor Michele Centomo. Ma che ne pensa il sacerdote? «Il nudo non è nulla di negativo in sé - afferma don Centomo - perché dal nostro atto creaturale siamo stati determinati in questo modo. Bisogna però anche vedere il nudo con gli occhi di chi lo vuole vedere. Ecco, forse c’è stata un po’ di indelicatezza nell’esporre un nudo in una realtà vicina alla Basilica. Ma in fondo è stato esposto su un caseggiato disabitato. La sua presenza mi è stata segnalata una decina di giorni fa ma non mi ha turbato in quanto tale. Mi dispiace piuttosto che possa aver messo in difficoltà delle anime sensibili. Sarebbe stato il caso di pensarci prima di esporla. Ad ogni modo nessuno è venuto a lamentarsi con me».

Di certo la faccenda approderà in Consiglio comunale. «Nessuno mette in dubbio la libertà di pensiero e di manifestazione dell’arte, peraltro tutelata anche a livello di Costituzione - dice il consigliere di opposizione Claudio Kovatsch, già commissario straordinario del Comune di Grado -. Tuttavia forse c’era un posto più adeguato delle vicinanze della Basilica per un’opera simile, anche perché è prevista la processione e comunque non è un lavoro consono con le manifestazioni sacre della Settimana santa». E se Kovatsch annuncia che porterà il tema in Consiglio, il sindaco Dario Raugna getta acqua sul fuoco: «Mi informano che dal Medioevo siamo usciti da un bel po’...- scherza -. Non credo ci siano conflitti tra la Via Crucis e quel lavoro. Speravo che certe politiche fossero finite per iniziare a vivere tranquillamente nel rispetto reciproco. Ma non trovo nulla per cui indignarsi: e mi permetto di sorriderci su. Comunque non è certo nostra intenzione, né immagino sia stata dell’artista, turbare la suscettibilità di alcuno».

La direzione artistica del progetto gradese è stata affidata a Devid Strussiat. «Ognuno di noi ha sensibilità diverse, ma, secondo l’interpretazione nostra e dell’artista, il lavoro vuol essere un tributo alla donna, al mare - dice Strussiat -. Tiene in considerazione il tema della natalità; presenta simboli legati alla Madonna. E la donna, nell’opera, è vista come una perla. La volgarità sta eventualmente negli occhi di chi guarda. Ma capisco che in qualche fedele possa aver destato perplessità. A nostro avviso non contiene elementi di disturbo: non mostra, ad esempio, le parti intime del corpo. Comunque siamo disponibili, se il Comune e la comunità lo ritenessero, a rimuovere il lavoro. Ma la location scelta per esporlo, secondo noi, è assolutamente adatta. Anzi, essendo di una piazza, vuol essere un pensiero sul ruolo che le donne dovrebbero avere nella gestione della cosa pubblica. In fondo favorire le discussioni, pure in modo provocatorio, è uno degli scopi dell’arte. Anche se qui non c’è intenzione provocatoria».

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