Un minuto di silenzio lungo un anno per ricordare gli agenti uccisi - Video e Foto

Oggi, alle 16.53, in Questura c'è stato l'omaggio a Demenego e Rotta, a 12 mesi dalla sparatoria.Tante le persone - molte famiglie con i bimbi - che hanno portato un fiore per Matteo e Pierluigi nel famedio 
Una bambina, accompagnata dalla mamma, depone un mazzo di fiori davanti alla Questura nella mattinata di oggi, domenica 4 ottobre, primo anniversario della tragedia (Foto Massimo Silvano)
Una bambina, accompagnata dalla mamma, depone un mazzo di fiori davanti alla Questura nella mattinata di oggi, domenica 4 ottobre, primo anniversario della tragedia (Foto Massimo Silvano)

TRIESTE. È trascorso esattamente un anno dalla sparatoria in Questura in cui morirono Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Dopo il lutto collettivo che dodici mesi fa unì la città, alle 16.53 di oggi l’orologio dei triestini si è fermato idealmente per ricordare l’ora esatta in cui i due agenti di Polizia vennero uccisi. Alla stessa ora il Questore Giuseppe Petronzi è sceso dal suo ufficio in strada, davanti alla Questura, in quella via che da pochi giorni porta il nome di Demenego e Rotta, e ha abbracciato virtualmente non soltanto Matteo e Pierluigi, ma un’intera città.

Silenzio e sirene per ricordare gli agenti uccisi a Trieste

Alle 16.53 un minuto di raccoglimento è stato dettato dalla sala operativa della Questura, un minuto di silenzio radio interrotto soltanto dalle sirene delle Volanti che hanno lasciato il parcheggio dopo aver omaggiato i “figli delle stelle”, non solo nostri, ma di tutti coloro che credono in certi valori, nel rispetto delle istituzioni e nell’operato delle forze dell’ordine in generale, della Polizia di Stato in particolare, al servizio della collettività.

Un minuto che è durato, idealmente, un anno. Dalla mattinata il famedio della Questura è rimasto aperto per permettere di rendere omaggio ai due cittadini onorari e a tutti i Caduti della Polizia. Tante le persone - molte famiglie con i bimbi - che hanno portato un fiore per Matteo e Pierluigi. Nella loro via, nella loro casa.



Sarà l’ultimo atto di quel percorso della memoria iniziato venerdì mattina che ha suggellato un vincolo indissolubile tra la città e i “figli delle stelle”, divenuti a tutti gli effetti “figli di Trieste”. Il ricordo ora è diventato parte integrante, in forma concreta, visibile e istituzionale, della città. Concreta e visibile come la targa toponomastica posizionata sul muro della Questura: il primo tratto delle strada che parte da via del Teatro Romano non si chiama più via Tor Bandena ma via Matteo Demenego e Pierluigi Rotta.

Istituzionale come la cittadinanza onoraria alla memoria conferita nella cerimonia al teatro Verdi alla presenza dell’intero Consiglio comunale in seduta straordinaria: sul palco pergamene e medaglie sono state consegnate materialmente al padre di Demenego, Fabio, e alla fidanzata di Rotta, Carmen, agente della Polizia marittima di Trieste. È stato il momento più toccante, seguito da un interminabile applauso, in piedi, di tutti i presenti.

Ad aprire la serie di interventi nella cerimonia di scopertura della targa è stato il questore Petronzi. «Ci eravamo lasciati un anno fa, provati dal dolore, e con l’intimo impegno di preservare la memoria di Matteo e Pierluigi – ha premesso –. Non è facile trovare le parole soprattutto per chi, come me, vive anche il suo quotidiano in questo palazzo che con l’intitolazione della strada si lega indissolubilmente a quel 4 ottobre. Al centro della nostra attenzione restano le famiglie Demenego e Rotta».

Petronzi ha poi ringraziato il sindaco Roberto Dipiazza e l’amministrazione comunale «che ha voluto così solennemente omaggiare la memoria di Pierluigi e Matteo», il prefetto Valerio Valenti e il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. «L’intitolazione della strada e il conferimento della cittadinanza onoraria – ha sottolineato il questore – rappresentano il segno tangibile dell’affetto di Trieste verso i ragazzi della Volante 2. La nostra sincera gratitudine va agli abitanti di questa meravigliosa città che dal primo momento ci ha stretto in un caloroso abbraccio. La Volante 2 continua con le sue luci blu a pattugliare portando sicurezza e soccorso».

«L’intitolazione non rappresenta solo un doveroso ricordo, ma è simbolo di vicinanza totale alla Polizia di Stato – ha rimarcato Fedriga –. Troppe volte si sono registrate prese di posizione e iniziative di natura politica ostili alle forze dell’ordine. Il Friuli Venezia Giulia non dimentica il loro sacrificio. Di ciò i famigliari, a cui tutti noi ci stringiamo, devono essere orgogliosi».

«Un anno fa i triestini hanno mostrato il loro grande cuore stringendosi alla Polizia di Stato e partecipando al dolore delle famiglie – la parole di Dipiazza prima della scopertura –. Per giorni qui c’è stata una processione silenziosa di migliaia di cittadini che hanno deposto un fiore». Più tardi il sindaco ha preso la parola sul palco del Verdi: «Matteo e Pierluigi ci ricordano l’importanza del lavoro che uomini e donne di tutte le forze dell’ordine svolgono per garantire a tutti sicurezza, libertà e democrazia. Cari ragazzi siete figli della nostra città, Trieste non dimentica, vi ringrazia per questo vostro estremo sacrificio e vi consegna la cittadinanza onoraria».

Doppio intervento anche per il Capo della Polizia, Franco Gabrielli. Particolarmente sentito, durante la cerimonia per la targa, l’appello affinché gli agenti uccisi abbiano giustizia: «Noi uomini delle istituzioni e cittadini attendiamo che ci sia una parola fine in un’aula di Tribunale – ha dichiarato –. Pretendiamo e vogliamo, fiduciosi nelle istituzioni preposte, che questa parola fine venga posta riconoscendo le responsabilità e attribuendo la giusta sanzione». «Girando per il Paese – ha osservato Gabrielli – mi sono chiesto perché, in un’amministrazione che purtroppo vanta tanti caduti che hanno donato la loro vita, questi due ragazzi fossero entrati nei sentimenti di tanta gente. Ho pensato che in fondo sono i contrasti che rendono più nitide le immagini e in questa vicenda il contrasto è la fine tragica di due ragazzi, ma anche il loro sorriso e la loro voglia di vivere».

Poi, sul palco del Verdi: «Ringrazio questa città, che tanta parte ha nella storia del nostro Paese, emblema dell’anelito all’appartenenza alla comunità nazionale – ha affermato Gabrielli –. L’unica nostra ragione di esistere è di servire ed è motivo di orgoglio. Quando lo scorso anno i cittadini di questo straordinario pezzo d’Italia hanno circondato la nostra Questura con un gesto spontaneo, un moto dell’anima, hanno voluto testimoniare non solo il segno di un cordoglio ma il gesto più esemplificativo del senso di un’appartenenza: “Anche questi figli sono figli nostri”. E adesso il più alto luogo della rappresentanza democratica della città riconosce in Pierluigi e Matteo tutti coloro che servono in divisa il Paese».

A conclusione degli interventi sul palco, un altro momento da brividi con la proiezione del video che gli stessi Demenego e Rotta avevano registrato pochi giorni prima della tragedia e che li mostra ancora a bordo della Volante, sorridenti e spontanei, in procinto di cominciare un turno di pattuglia notturno col sottofondo musicale di “Figli delle stelle”, la canzone di Alan Sorrenti: «Buonasera, dopo tanto tempo i figli delle stelle sono tornati. C’è la Volante 2 questa notte – dicono in sequenza Matteo e Pierluigi rivolti alla videocamera –, è tutto a posto, dormite sonni tranquilli. Speriamo bene e... niente, buonanotte!».


 

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