Un milione sparito tra gioielli e contanti, due anni a Marzari
di Piero Rauber
Due anni con la condizionale. Per un uomo che resta libero e che di anni, oggi, ne ha 85. Dario Marzari ha patteggiato. Il commerciante triestino - già proprietario dell’omonima e storica gioielleria all’imbocco di via Roma, nonché amministratore di fatto della Diamond Srl dichiarata fallita dal Tribunale il 2 novembre del 2010 - chiude così il clamoroso caso giudiziario che lo riguardava. Un caso scoperchiato a inizio 2012 dall’inchiesta per bancarotta fraudolenta promossa dal pubblico ministero Federico Frezza, messosi appunto a indagare sulla scomparsa di un milione di euro, tra preziosi e contanti, riconducibili alla stessa attività imprenditoriale cancellata dal crac.
L’ultimo atto di tale caso si è consumato questa settimana davanti al Gip Enzo Truncellito, dove Marzari, come si diceva, ha patteggiato attraverso il suo legale di fiducia, l’avvocato trevigiano Antonio Semini, una pena di due anni con la sospensione condizionale della stessa.
In tale sede è stata trattata solamente la posizione dell’anziano gioielliere. Quella delle altre persone finite sul registro della Procura della Repubblica, nell’ambito della medesima inchiesta, era stata già archiviata. Su tutte la posizione di un altro noto commerciante di preziosi, nel cui negozio si presumeva - su stessa precedente denuncia dell’accusato numero uno - potesse essere finita una parte degli oggetti di valore distratti da Marzari. L’archiviazione, per il collega, era arrivata a seguito di una sua memoria, depositata dal proprio legale di fiducia Giovanni Di Lullo.
Il caso Marzari era scoppiato per l’appunto a febbraio, quando si era saputo che il pm Frezza aveva iniziato a dare la caccia a un milione di euro, tra gioielli e soldi, come evaporati. Il titolare dello storico foro commerciale di via Roma era finito sotto indagine per una serie di azioni fatte, secondo lo stesso pm Frezza, nei panni di amministratore di fatto della Diamond Srl, già Marzari & Co. Srl, quella dichiarata a fine 2010 e preceduta, come fosse stato un sintomo inequivocabile dei dolori finanziari del commerciante, dalla messa all’asta della splendida villa Marzari in Costiera per 730mila euro.
Al di là della scomparsa della documentazione contabile - e della presunta distrazione di 104mila euro in «compensi per l’amministratore in assenza di delibera dell’assemblea dei soci» e di 122mila in «consulenze delle quali non è dato conoscere oggetto e contenuto» - il filone seguito sempre dal pm Frezza a carico di Marzari era andato alla ricerca in particolare di 573mila euro in preziosi, cioè l’invenduto alla data del 31 maggio del 2007, eppoi di ulteriori 250mila derivanti dalla successiva cessione a una società di Napoli dell’immobile di via Roma. L’immobile che perse via via il legame e la memoria con gli sfavillii dei tempi d’oro nel nome di Cartier e di altre griffe mondiali. Nella primavera del 2011 - tanto per arrivare ai giorni nostri - quei muri furono per un paio di mesi il quartier generale della campagna elettorale di Roberto Antonione, il candidato sindaco del centrodestra poi sconfitto dal primo cittadino in carica Roberto Cosolini. Ora lì ci lavora, in barba alla scaramanzia, un’impresa che vende occhiali piuttosto conosciuta in città.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo