Un milione al voto in Fvg Seggi aperti fino alle 23

Si eleggono 20 parlamentari tra rebus astensionismo e rischio ingovernabilità. Gli scontri più attesi all’uninominale con le sfide Illy-Stabile e Serracchiani-Tondo
Silvano Trieste 2018-03-03 Seggi in allestimento
Silvano Trieste 2018-03-03 Seggi in allestimento

Si vota. Dalle 7 alle 23, in una giornata sola. L’Italia rinnova il Parlamento mandando a Roma 618 deputati e 309 senatori, cui si aggiungeranno 12 deputati e 6 senatori espressi dalla circoscrizione degli italiani all’estero. È la prima volta del Rosatellum, la legge elettorale che porta il nome del deputato triestino Ettore Rosato. Un sistema misto sia alla Camera che al Senato: un terzo dei seggi è assegnato con il maggioritario e due terzi con il proporzionale.

Prosecco e tartine per l’ultimo atto della gara low cost
Silvano Trieste 2018-03-02 Caffe' San Marco, festa finale del PD

In Friuli Venezia Giulia, regione che eleggerà 20 parlamentari - 13 deputati e 7 senatori - sono chiamati alle urne 950.403 elettori alla Camera, 886.249 al Senato. Una differenza dovuta al fatto che mentre alla Camera il voto è riservata agli over 18, la scheda del Senato (gialla, quella della Camera è rosa, entrambe avranno il bollino anti-frode) verrà consegnata solo a chi ha compiuto 25 anni. In provincia di Trieste gli aventi diritto per Montecitorio sono 184.099 e calano a 172.488 per Palazzo Madama. In provincia di Gorizia gli elettori sono invece 108.571 alla Camera e 101.209 al Senato.

La provincia con più elettori è quella di Udine con 421.624 convocati al voto per la Camera e 393.209 a quello per il Senato. Infine, la provincia di Pordenone con 236.109 elettori alla Camera e 219.334 al Senato. Era il 28 dicembre quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sciolto le Camere, decretando la fine della XVII legislatura.

Poco più di due mesi dopo oltre 46 milioni di elettori alla Camera e poco meno di 43 milioni al Senato vanno alle urne in una situazione di profonda incertezza, dopo una campagna elettorale più breve del solito, ostacolata nelle ultime settimane dal maltempo. Il rischio è quello dell’ingovernabilità. Il meccanismo della legge è tale che in un sistema tripolare, e senza premio di maggioranza, c’è un’alta probabilità che nessuna delle principali forze in campo - centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle - riesca a ottenere un numero di seggi in entrambe le Camere sufficiente per la formazione di un governo senza intese con gli sconfitti.

C’è chi parla di un obiettivo 40%, ma non vi è certezza che quella percentuale consegni la maggioranza parlamentare. A puntare più di tutti a quel tetto, almeno a parole, è stato il centrodestra a quattro punte: Forza Italia con Silvio Berlusconi nel simbolo (ma per Palazzo Chigi si scalda il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani), la Lega Nord di Matteo Silvani, i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Noi con l’Italia-Udc, la casa dei centristi.

A contendere il primato saranno i grillini di Luigi Di Maio, già pronti con la squadra dei ministri, e il Pd del premier uscente Paolo Gentiloni, con il segretario Matteo Renzi che punta al riscatto dopo il flop del referendum costituzionale e delle amministrative. Determinanti saranno i collegi uninominali (232 alla Camera, 116 al Senato), che incideranno pure sul risultato dei listini (ripartizione proporzionale ai voti ricevuti a livello regionale al Senato, mentre per la Camera il riparto avviene a livello nazionale), che assegna i restanti seggi: 386 a Montecitorio e 193 a Palazzo Madama.

In Fvg (22 liste alla Camera, 20 al Senato), con 7 uninominali sulle due schede (5 alla Camera e 2 al Senato), gli scontri diretti più attesi si giocano a Trieste tra Riccardo Illy e Laura Stabile e tra Debora Serracchiani e Renzo Tondo, con il M5S che prova a fare lo sgambetto ai due poli tradizionali. Per poter esercitare il diritto di voto i cittadini dovranno esibire un documento di riconoscimento valido assieme alla tessera elettorale personale. La principale attenzione dovrà essere riservata a evitare il voto disgiunto: non verrà considerata l’indicazione di un candidato uninominale e di una lista collegata a un altro candidato uninominale. Le modalità di voto sono tre.

Si può tracciare un segno su una delle liste, con voto che viene attribuito anche al candidato uninominale a cui la lista è collegata; oppure tracciare un segno sia sul nome del candidato uninominale che su una delle liste a lui collegate; o anche tracciare un segno solo sul nome del candidato uninominale: se sostenuto da una sola lista, il voto si trasferisce anche alla lista; se sostenuto da più liste, i voti al candidato uninominale vengono distribuiti tra le liste che lo sostengono, proporzionalmente ai consensi del collegio.

Argomenti:elezioni 2018

Riproduzione riservata © Il Piccolo