Un medico denuncia: «L’ortopedia a Trieste è scandalosa»
«Sono scandalizzato, come cittadino di Trieste prima di tutto, e poi casualmente anche come medico ortopedico quale sono: come fanno medici e dirigenti dell’Ortopedia e dell’Azienda ospedaliera a dichiarare tranquillamente che solo l’8-10% degli interventi al femore sono portati a termine nell’arco delle 48 ore, e che un paziente anziano può aspettare 7 giorni prima di essere operato? È allucinante». Come un fiume in piena, decidendo che «non sta bene tacere sempre ma le cose vanno denunciate per come sono», Paolo Esopi, ortopedico triestino che da cinque anni dirige il reparto di Ortopedia di Dolo in Veneto («bacino d’utenza di 240 mila abitanti proprio come a Trieste», sottolinea) reagisce con grande vigore a quanto dichiarato in questi giorni sia dal direttore “facente funzioni” del reparto del Maggiore, Marcello Cusitore, sia dal direttore sanitario Luca Mascaretti. A proposito della preoccupata indignazione con cui una famiglia assiste un congiunto novantenne che si è rotto il femore il 31 dicembre e al quale è stato detto che sarebbe stato operato solo oggi, a una settimana di distanza. Un caso forse particolare per fare storia, ma che ha rimesso in discussione il funzionamento complessivo dell’Ortopedia, reparto da sempre con molte “fughe” di pazienti. E non solo.
«Da Trieste siamo scappati almeno in 10-12 ortopedici nel tempo - prosegue Esopi -, né a Cattinara né al Maggiore le cose sono state mai organizzate come si deve, i triestini vanno a farsi curare perfino a Monfalcone, per non dire a Udine, a Latisana, a San Vito al Tagliamento. Io a Dolo ho dato indicazione ai miei 13 colleghi di operare le fratture di femore sempre, anche sabato e domenica, facciamo l’86% di interventi entro le 72 ore, l’anno scorso il 77% ma per motivi di servizio di anestesia, la situazione di Trieste è inaccettabile, ma i cittadini l’accettano, come si accetta che in un reparto fondamentale come quello resti un direttore solo “facente funzioni”, la politica - prosegue Esopi - non ha la decenza e l’etica di nominare un vero responsabile. A Cattinara - prosegue il medico, che teme di veder sbiadire anche l’Università di Trieste, facoltà di Medicina, a favore di quella udinese - si fa una seduta di chirurgia ortopedica alla settimana, io a Dolo ne faccio 15. Un capoluogo di regione lasciato in queste condizioni...».
Il direttore sanitario Luca Mascaretti, invitato a controbattere e all’oscuro dell’identità del medico “indignato”, ne indovina subito il luogo di lavoro sulla base degli indici di operatività: «Stiamo parlando del Veneto, vero? Quella è un’altra realtà. Io sto lavorando affinché la situazione di Ortopedia venga sanata, non è vero che non è una nostra priorità, a primavera la divisione ospedaliera del Maggiore salirà a Cattinara, dove le sale operatorie non è vero che son troppo poche, c’è un grande complesso nuovo, più tre sale di Cardiochirurgia, più tre sale “vecchie”, già da ottobre abbiamo incrementato gli interventi, e con l’arrivo di Ortopedia lo saranno ancora di più: vogliamo arrivare almeno (ci spero, non posso darlo oggi per certo) al 60% di chirurgia del femore rotto realizzata nell’arco di 48 ore dall’evento traumatico. Oggi il nostro indice è certamente basso». Si aspetta dalla Regione il nulla osta al concorso per una direzione stabile del reparto ospedaliero, ma il problema vero è che unificare le Ortopedie accentua la storica (e non negata) rivalità ospedalieri-universitari. Ci sarà un direttore unico a Cattinara? Ospedaliero o universitario? «Cose ancora da discutere» afferma Mascaretti.
Esopi però, partendo dall’efficienza di Ortopedia, ne ha anche per il sindaco Cosolini, dopo la sua intervista al nostro giornale: «Trieste decade, e il sindaco parla di filosofie, di concerti e mostre, tutto un “volemose bene” nelle sue parole. La città “diventerà grande”? Ci torno dal Veneto ogni week end e vedo sempre più chiusure, un impoverimento che grida vendetta al cielo».
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