Un meccanismo di fatture false dietro i soldi spariti al mercato

Dopo la confessione del direttore Maurizio Sodani è scattata la seconda fase delle indagini: controlli incrociati sui documenti contabili emessi dalle ditte che operano all’ortofrutticolo
Di Corrado Barbacini
Silvano Trieste 16/01/2013 Mercato Ortofrutticolo
Silvano Trieste 16/01/2013 Mercato Ortofrutticolo

Controlli incrociati sulle fatture delle ditte coinvolte nel business dei soldi facili al mercato ortofrutticolo. È scattata ieri la seconda fase dell’inchiesta sugli assenteisti diretta dal pm Massimo De Bortoli per la quale da martedì è in carcere Maurizio Sodani, l’ex responsabile della struttura di Campo Marzio. È accusato di truffa e peculato: avrebbe sottratto 700mila euro e collezionato assenze dal posto di lavoro per svariate centinaia di ore. Nell’indagine sono coinvolti (arrestati e liberati dopo l’interrogatorio davanti ai giudici Laura Barresi ed Enzo Truncellito) il consigliere comunale leghista di Muggia Claudio Di Toro e gli impiegati Linda Sain ed Elio Gesù. Ma ora il pm sta allargando l’indagine, per cercare di risalire alle altre responsabilità. Sotto tiro la non corretta gestione dei soldi pagati dalle ditte e incassati da Sodani in 14 anni di attività. Sodani nell’interrogatorio (era assistito dall’avvocato Gianfranco Carbone) ha spiegato esattamente come ha fatto a sottrarre il denaro. Ha detto che le fatture delle aziende che affittavano gli spazi al mercato venivano stampate in bianco nel numero e nella data. E che poi lui le utilizzava come meglio riteneva. Risultato: prendeva per sè non meno di 2mila 500euro al mese. Denaro che invece avrebbe dovuto versare al Comune. Il quale non si è mai accorto di nulla. E Sodani stesso durante l’interrogatorio ha scoperchiato la pentola delle carenze dei controlli. Ha raccontato: «Il Comune ha fatto un’unica verifica nel 2008, che però essendo unicamente cartacea non ha consentito di rilevare eventuali irregolarità. Ero io ad avere il ruolo di agente contabile anche prima del 2007». Insomma, non solo ha ammesso di aver prelevato oltre 700mila euro in 14 anni di servizio, ma ha anche spiegato chiaramente il motivo per cui nessuno se n’è accorto. Pochi i controlli ed effettuati in parte da lui stesso. Replica secca del vicesindaco Fabiana Martini: «È evidente che nulla può risultare, da questi controlli di carattere contabile, nel caso in cui la contabilità venga falsificata e si tenga una contabilità parallela». Aggiunge: «L’unica ulteriore verifica possibile può avvenire comparando le concessioni rilasciate, le tariffe di mercato e la fatturazione, rapportate alle singole operazioni, verifica che l’Amministrazione ha appena predisposto e avviato e di cui è stata data comunicazione ai carabinieri». Martini non nasconde il proprio stupore e aggiunge che da giovedì 17 è stata disposta «la sospensione dal servizio di tutti e quattro i dipendenti».

«Ero l’agente contabile e così mi sono comportato negli anni», ha detto più volte nel corso dell’interrogatorio Sodani. E ha anche spiegato come si è mangiato tutti quei soldi. Ha detto: «Ho sempre avuto il debole per il gioco. Scommettevo sui cavalli, giocavo alle slot e andavo spesso nei casinò oltreconfine. Ho perso molti soldi e ho utilizzato quelli comunali per questo vizio e per spese familiari. Ciò mi era possibile non registrando parte delle fatture che così non venivano contabilizzate e il denaro non risultava incassato», ha confessato. E ha poi aggiunto che ci possono essere più fatture emesse con lo stesso numero dal Comune verso i grossisti o i frequentatori del mercato. Perentorio Maurizio Sodani ha ribadito: «Io registravo quella più conveniente». Ha anche ribadito che tutto è ricostruibile perchè non è stato buttato via nessun documento. Proprio su queste carte - sequestrate durante le perquisizioni - scatterà il controllo incrociato tra soldi versati, fatture contabilizzate dalle ditte e soprattutto pagamenti effettuati in nero nei confronti del responsabile del mercato. Le indagini del pm Massimo De Bortoli ora puntano proprio in questa direzione. È difficile pensare che per 14 anni nessuno si sia accorto dei “prelievi” di Maurizio Sodani.

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