Un luminare della Neonatologia: ecco chi era Berndt Urlesberger, il medico ucciso dal monossido a Trieste

Aveva fatto del dipartimento di Pediatria dell’Università di Graz un centro di eccellenza internazionale. Assisteva 800 nati prematuri all’anno ed era riuscito a ridurne fino all’1-2% il tasso di mortalità

Elena Placitelli
Il medico austriaco Berndt Urlesberger in una foto di Alexander Danner concessa a Il Piccolo dal quotidiano Kleinezeitung
Il medico austriaco Berndt Urlesberger in una foto di Alexander Danner concessa a Il Piccolo dal quotidiano Kleinezeitung

Un luminare nella sua materia, la Neonatologia. Ecco chi era Berndt Urlesberger, il medico di 63 anni austriaco ucciso lunedì sera a Trieste. Si trovava nell’appartamento di cui era proprietario, al quarto piano di via Crispi 5. Voleva trascorrere il Capodanno in città con la moglie, ma una fuga di monossido non gli ha dato scampo. Ora lascia due figli e un nipote. 

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Il medico, laureatosi in Medicina nel 1987 a Graz, diventato professore associato nel 1999 e ordinario nel 2012, aveva fatto del Dipartimento di Pediatria dell’Università di Graz un centro di eccellenza internazionale per la cura dei neonati prematuri.

Ci aveva lavorato per 30 anni e per 12 ne aveva diretto la divisione di Neonatologia, come riportava il quotidiano Kleinezeitung a giugno, quando il medico era andato in pensione.

Lì, nel reparto di Neonatologia del Centro universitario LKH di Graz, il medico curava 800 neonati all'anno, assistendoli in particolare nel campo dell’ossigenazione cerebrale. I suoi sforzi e quelli della sua équipe sono arrivati a ridurre all’1-2% il tasso di mortalità dei bambini nati prematuri

Berndt Urlesberger, che dirigeva anche un’unità di ricerca nello sviluppo cerebrale, è stato autore di decine e decine di pubblicazioni scientifiche nella sua materia.

Sebbene avesse già raggiunto la pensione per limiti di età, aveva comunque ricevuto e accettato un incarico presso una clinica privata di Graz, intenzionata a sviluppare con lui un nuovo reparto di Neonatologia. 

 A Trieste, il professore avrebbe dovuto incontrare con la moglie un’altra coppia di amici, austriaci anche loro. Sono stati proprio questi ultimi, non riuscendo a contattarli telefonicamente, a raggiungere via Crispi e a dare l’allarme.

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