Un kit salvavita in malghe e rifugi per gite in sicurezza sui monti regionali
Al via il progetto voluto dalla Regione e finanziato dalla rete delle Bcc. Corsi di formazione e materiale medico in 43 strutture in quota
TRIESTE Ieri il primo kit salvavita è stato consegnato alla malga Cason di Lanza nel territorio comunale di Arta Terme ed entro l’estate ne saranno distribuiti altri 17 in rifugi alpini, pievi, strutture commerciali di quota e malghe del Fvg e 24 entro il 2023. È l’avvio del progetto Comunità e montagna in sicurezza, nato dalla volontà della Regione che avrà lo scopo di aumentare la capillarità del servizio di soccorso in emergenza e raggiungere le periferie, soprattutto durante questa fase di pandemia.
«Abbiamo un sistema di emergenza a volte ingiustamente criticato. La sicurezza si fa con la comunità e per la collettività in un’ottica di sinergia e collaborazione», ha detto il vicegovernatore Riccardo Riccardi, presente sul luogo assieme all’assessore alla montagna Stefano Zannier e il consigliere regionale Stefano Mazzolini.
I 106 mila euro stanziati per finanziare il progetto, arrivano dal terzetto di banche PrimaCassa, Friulovest banca e Zkb patrocinanti dell’iniziativa per il biennio 2021-2023 e andranno a garantire l’attività formativa di Blsd e corso stop emorragico, la fornitura dei kit comprendenti un Dae, un kit emorragia e adrenalina in fiale per i primi interventi nelle realtà periferiche del Friuli.
A risuonare nel panorama alpino da quadro offerto dal passo Lanza, si sono alternate rispettivamente, le parole dei presidenti dei tre crediti cooperativi Giuseppe Graffi Brunoro, Lino Mian e Adriano Kovacic che hanno parlato di «partnership tra associazioni e collettività, privati e sanità, con il recupero di ruolo cooperativo delle banche, vocazione del loro intento fondativo».
Sono poi intervenuti gli amministratori dei Comuni friulani che beneficeranno dell’iniziativa. Tra loro il sindaco di Arta Terme Luigi Gonano e quello di Paularo Daniele Di Gleria, il primo cittadino di Forni di Sotto Claudio Coradazzi e il presidente della Comunità di montagna Ermes De Crignis. A portare le bandiere del Pordenonese e del Canal del Ferro il sindaco di Erto e Casso Antonio Carrara e quello di Moggio Giorgio Filaferro. È emersa dalle loro parole l’idea della sicurezza in montagna e della necessità di attenzione anche verso i luoghi più reconditi, custodi di bellezza e potenziale turistico.
Riccardi ha concluso ribadendo l’esigenza di salvaguardare e promuovere il discorso di educazione sulla sicurezza, soprattutto a fronte dell’esperienza trascorsa con il Covid-19. «Si tratta di incidere su un processo culturale – sottolinea Riccardi- che passa anche attraverso la formazione e le scuole, per farci comprendere l'importanza del sistema sanitario pubblico. Un debito enorme verso ideatori, protagonisti, sostenitori, istituzioni che hanno creato la rete per rendere operativo questo progetto. Il sistema dell'emergenza sanitaria di questa regione è una punta di eccellenza che ha saputo estendere la propria qualità nella collaborazione e nelle alleanze con altri soggetti attivi sul territorio, come in questo caso sono stati gli istituti di credito e le comunità locali».
L’occasione è coincisa con il passaggio della gestione della casera Cason di Lanza dalla storica gestione della famiglia Cossetti Cescutti alla famiglia Marcolini Bombardier che si è aggiudicata il bando indetto dal Comune di Arta Terme. Riconosciuta gratitudine anche verso i presenti rappresentanti di Cnsas con la partecipazione attiva della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) della Sala operativa regionale di emergenza sanitaria (Sores), del Parco Dolomiti friulane, della Scuola medica triveneta, del Cai Fvg, di PromoTurismoFvg e dell’Associazione nazionale di servizi medici di emergenza. —
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