Un ingegnere triestino nell’azienda di “Immuni”

Federico Cergol lavora alla Bending Spoons che ha realizzato l’app anti-contagio. «Le tecnologie? Né buone né cattive» 
Federico Cergol
Federico Cergol

TRIESTE È di Trieste uno degli ingegneri informatici di Bending Spoons, l’azienda milanese che ha realizzato la app scelta dal governo per il tracciamento dei contagi al fine di contenere la diffusione del Covid-19 nella Fase due. La app si chiama “Immuni”, delle sue specifiche non si sa ancora molto ma su di essa già piovono interrogativi e polemiche su ogni piano: politico ma anche etico, tecnico e societario.

Riassumere qui il dibattito in corso a livello nazionale è impossibile, tuttavia si può ricordare - a titolo di esempio - che la questione ha attirato pure l’attenzione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Proprio ieri il governo ha chiarito che l’uso di Immuni sarà volontario, non ci saranno penalizzazioni per chi non scaricherà la app, verranno garantite privacy e sicurezza, per la sua autorizzazione servirà una legge.



In ogni caso, è facile capire perché Federico Cergol, classe 1993, non sia autorizzato a parlare nello specifico di questa app o del suo funzionamento. L’ingegnere triestino, che nell’azienda si occupa di sviluppare applicazioni per iOS, offre invece uno sguardo sul “dietro le quinte” di quello che sembra essere paragonabile a un angolo di Silicon Valley trapiantato a Milano: «Sì, abbiamo due spine di birra in ufficio», risponde a una delle domande “rompighiaccio”.

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«Prima della quarantena la mia giornata lavorativa tipo iniziava alle 9, con il consueto "stand-up meeting" in cui, a rotazione, ogni team presenta al resto dell'azienda quanto fatto e quanto da fare per il prossimo futuro – prosegue –. La mattinata procedeva poi tra sviluppo software, revisioni e qualche meeting all’occorrenza. Dopo pranzo, fornito in catering dall'azienda, ci concedevamo una pausa aiutata da quattro tavoli per il calcio balilla, uno da ping-pong, vari divani, zone relax e consolle per i videogiochi. Solitamente restavo in ufficio fino a ora di cena, anch’essa fornita dall'azienda». Non che oggi la sua quotidianità risulti sconvolta: «Il nostro ambiente di lavoro è da sempre pensato per garantire la possibilità di lavorare da remoto a chiunque ne abbia bisogno. Tutta l'azienda continua quindi a funzionare allo stesso modo anche se nessuno è fisicamente presente in ufficio».

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Bending Spoons (“piegare cucchiai”, una strizzata d’occhio al film Matrix) è stata creata nel 2013 da 5 fondatori, di cui 4 italiani, che oggi hanno circa 35 anni a testa e sotto di sé un team internazionale di oltre 150 persone, età media 28 anni. Cergol ci è approdato lo scorso agosto. Il suo background? Laurea magistrale in Ingegneria informatica all’Università di Trieste (con un semestre Erasmus a Dublino) e quindi esperienza lavorativa di un anno e mezzo in un’azienda giuliana, come ingegnere del software e poi consulente di sicurezza informatica.

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Definendosi un «fervente appassionato di scienza e tecnologia», Cergol immagina che «il nostro futuro continuerà a fare sempre più affidamento su queste: mi piace pensare che questa situazione ci stia dando la possibilità di riflettere su quali siano le cose importanti da tenere e quali invece valga la pena eliminare dalla nostra routine, magari proprio perché la tecnologia ci offre possibilità migliori come il poter lavorare nella comodità di casa».

Ma se “Immuni” è tema tabù, che cosa pensa Cergol, più in generale, delle tecnologie applicate al contenimento del contagio negli altri Paesi d'Europa e del mondo, dall'app TraceTogether di Singapore all'accordo storico tra Google e Apple? Quale è la panoramica, e - secondo lui - ci sono dei rischi, ad esempio per la privacy? «Di tecnologie per affrontare questo problema, proposte o implementate che siano, ce ne sono molte e molto diverse tra loro, sia per ciò che si prefiggono di fare sia per come intendono farlo. Come tutte le tecnologie - risponde Cergol - non sono "buone" o "cattive" di per sé: sono le modalità d'uso che ne definiscono pregi e difetti. Questa situazione ha creato una grande collaborazione: sia a livello di aziende private che di Paesi, in molti stiamo cercando di trovare una soluzione efficace e siamo disposti a mettere in gioco tutte le risorse necessarie perché questa diventi realtà».—


 

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