Un impianto per ripulire acqua di sentina e di falda: Crismani investe 2 milioni

L’azienda ecoambientale lo realizzerà alla radice del Canale navigabile  Entrerà in funzione all’inizio del 2023 dopo 8-10 mesi di lavorazione 
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l’innovazione

Interesserà acque di mare e di terra, dalle sentine delle navi alle falde idriche delle aree inserite nel Sito da bonificare. Il progetto è portato avanti da Sea Service, una delle aziende che compongono il gruppo Crismani: si tratta di un impianto di trattamento delle acque, che verrà realizzato in uno spicchio di 5.000 metri quadrati acquistato alla radice del Canale navigabile. Un’idea che l’impresa ha ereditato dal suo fondatore, Paolo Crismani, convinto assertore dell’investimento.

Il funzionamento dell’impianto - spiega Alessandro Bullo, amministratore unico della società - è semplice: le acque da ripulire vengono portate nel sito ecologico con le bettoline, nel caso provengano dal mare, o con i camion qualora giungano dalla terraferma, per esempio dalle Noghere e dalle zone industriali da riconvertire.

Le acque, una volta trattate, confluiranno in fognatura o in altri corpi recettivi, le particelle di olio saranno recuperate e solo una minima porzione di esse verrà destinata allo smaltimento. A tradurre in pratica questo spunto ha contribuito la collaborazione tra la Crismani e l’Università triestina, con Ingegneria delle materie prime.

Dal punto di vista tecnico, Crismani pensa a un impianto pre-allestito con 2-3 scelte modulari. La previsione di spesa è di 2 milioni di euro. Necessiterà di 8-10 mesi per la costruzione, cui si aggiungerà un ulteriore lasso di tempo per ottenere l’omologa della Regione Fvg: Bullo ritiene che il “ripulitore idrico” possa entrare in funzione ai primi del 2023.

Se per la piazza triestina sarà una novità sul fronte ecoambientale, per la Crismani - puntualizza Bullo - c’è già qualche esperienza nel curriculum: nel biennio 2011-12 nella regione tunisina del Borma si intervenne su un lago artificiale, effetto indesiderato dei residui causati dall’estrazione petrolifera.

Bullo pensa che il futuro impianto possa avere una doppia valenza positiva: basso impatto ambientale, perché riduce i trasporti verso altre destinazioni, e beneficio per l’economia del territorio, sia in termini di servizio alle imprese che di prospettiva occupazionale.

Alcuni anni fa a un progetto simile aveva guardato la Re-Oil del veneziano Giovanni Rocelli, che aveva acquistato l’ex area Italcementi all’imbocco del Canale: ma si rimase a uno stadio teorico. —



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