Un generale triestino torna al comando degli alpini della Julia

Michele Risi, 49 anni, assumerà oggi le redini della Brigata Vanta esperienze in Afghanistan. Esperto di nuove tecnologie
Di Pier Paolo Garofalo

UDINE. Un triestino al comando della Brigata alpina Julia, le “penne nere” friulane ma anche giuliane, “alabardate”: non accadeva dai tempi del generale Silvio Mazzaroli, nel biennio 1994-’95, dai tempi dell’ufficiale di famiglia polesana con il “vizio” di parlare chiaro anche di fronte ai politici che per questo nel 2000 fu subito rimosso da vicecomandante della Nato in Kosovo.

Oggi, con una cerimonia al Comando della “Julia” nella Caserma Di Prampero, il testimone ideale passa a Michele Risi, classe 1965. Un uomo, un ragazzo verrebbe da dire vedendo la serena energia che trasmette all’interlocutore, “figlio dei tempi”: esperto in nuove tecnologie (allo Stato maggiore è stato responsabile della “digitalizzazione” del fante del futuro) e in panificazione (quella, esemplare, messa in atto in Afghanistan gli ha fatto meritare la Croce d’argento al merito dell’Esercito) parla l’inglese in maniera impeccabile (la moglie è un ufficiale statunitense in congedo).

«Quando ho saputo che avrei comandato la Brigata Julia, la “nostra” brigata, è stata una soddisfazione enorme» spiega l’alto ufficiale. «Dopo l’Accademia militare - spiega - avevo scelto d’intraprendere la mia carriera nell’ambito della “Taurinense”, il reparto alpino che allora, nella metà degli Anni ’80, era l’unico a uscire all’estero per esercitazioni internazionali e svolgeva altre attività particolari. Ma il cuore era sempre rivolto alla “Julia” e a Trieste». Una città dove il padre si trasferì nel 1954, dopo una visita al fratello, capitano dei carabinieri che allora comandava la compagnia di via Hermet: «Rimase affascinato da Trieste e vi si stabilì».

Risi, come ormai tanta parte degli ufficiali delle Forze armate, guarda avanti e crede in termini tanto ricorrenti a parole quanto non scontati: sinergia, ammodernamento, integrazione. «Dobbiamo fare evolvere la Brigata Julia, nella sua configurazione di Multinational Land Force, cioè la brigata multinazionale con sloveni e ungheresi, una realtà unica in Europa a eccezione della brigata franco-tedesca. Budapest vuole aumentare la presenza nel reparto Nato di Solbiate Olona al quale la “Julia” è affiliata, forse ipotizzando una seconda brigata “appoggiata” al Nato Rapid Deployable Corps in Lombardia. Poi dovremmo aumentare l’addestramento congiunto, usare tecnologie moderne come i droni, diffondere le capacità di pianificazione che l’unità ha già, al top». Un dato, questo, consolidato dopo i due anni di comando al quartier generale di Udine del generale di brigata Ignazio Gamba, che Risi avvicenda. Con lui le “penne nere” friulane sono state in Afghanistan ma hanno anche partecipato in Italia all’Operazione Strade sicure, oltre ad avere svolto esercitazioni internazionali, l’ultima lo scorso luglio in Slovenia. Nei poligoni di Lubiana sono state testate tattiche e procedure simili a quelle impiegate in Afghanistan ma su scala ridotta, con assetti più specialistici ma “pregiati”, come intelligence, sorveglianza remota e altri: il tutto in chiave futura. «Gli obiettivi operativi, come quelli asssegnatici nella nostra ultima missione a Herat, sono stati raggiunti, così come quelli addestrativi. Abbiamo dato prova sul campo che il termine “dual-use”, ovvero l’utilizzazione anche a fini civili delle nostre forze, capacità e attrezzature, non è solo un concetto. Un esempio? L’opera dei nostri alpini del 7.o Reggimento impegnati sull’arco alpino nell’emergenza neve, senza contare le attività degli artificieri. Certo, in epoca di ristrettezze di bilancio bisogna calibrare bene le risorse dopo un’analisi accurata».

Pane “adatto” ai denti di Risi, pianificazione che “viene meglio” se elaborata in un ambiente favorevole. «In Friuli Venezia Giulia - sottolinea il neocomandante della “Julia” - l’integrazione con la popolazione e le autorità locali è assolutamente unica. Qui ci troviamo bene, viviamo bene e possiamo addestrarci bene: non lo dico perché triestino. È anche per questo motivo che i reparti dell’Esercito in regione non subiranno ulteriori tagli». E a proposito di reparti, le novità riguardano anche il Reggimento Piemonte cavalleria, di stanza a Opicina: «Passerà alle dipendenze della Brigata Julia, come pedina esplorante della nostra unità. Anche questa sarà una bella sfida: formare alpini-cavalieri, come succederà a “Nizza cavalleria” per la Brigata Taurinense». Quanto all’addestramento, modernità e tecnologia non scalzano la tradizione. «La montagna - racconta Risi - è una palestra che allena alle difficoltà, anche ambientali. Ma non solo: non dobbiamno dimenticare la nostra funzione “combat”: la Brigata Julia andrà in montagna anche per addestramenti al combattimento». Sulle assenze da casa del generale, in questo caso senz’altro meno lunghe dei sette mesi ininterrotti passati in Afghanistan, veglierà la moglie, ufficiale della Polizia militare dell’Esercito Usa conosciuta durante la Scuola di guerra in Kansas e che per amore ha lasciato l’uniforme nel 2003.

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