Un fondo regionale per aiutare l’edilizia
UDINE. «E’ un’idea semplice ma geniale. Speriamo che si concretizzi». Valerio Pontarolo, presidente dell’Ance Fvg, vede una via d’uscita nel labirinto del patto di stabilità. Gliela offre, sotto forma di proposta, «burocrazia permettendo», il presidente della quarta commissione Vittorino Boem. L’ipotesi su cui si sta lavorando è un fondo di rotazione della Regione che conceda prestiti alle aziende che vantano crediti nei confronti di enti pubblici impossibilitati a sforare il patto. Una sorta di anticipo, in sostanza, con la Regione che rientrerebbe dall’uscita non appena il Comune riesce a onorare il debito. Pontarolo pensa a Mediocredito Fvg nel ruolo di gestore del fondo. Boem non entra però ancora nel merito nello strumento. Ma il progetto è già avviato: «Sono in contatto con l’assessore al Bilancio Peroni e mi pare che l’operazione sia fattibile, utilizzando la disponibilità di cassa della Regione, sin dall’assestamento di bilancio». Sarebbe una soluzione che risolverebbe non pochi problemi a imprese che vantano ancora crediti per 80 milioni di euro relativi a lavori effettuati nel 2012. «Anticipare quei soldi – prosegue Boem – potrebbe essere un volano formidabile». Ieri pomeriggio a Udine, occasione per il lancio della proposta Boem, il mondo dell’edilizia si è tornato a sedere al tavolo della politica. Gli Stati generali di un settore che occupa oltre 140mila persone tra lavoratori diretti e indotto si sono presentati con un documento-proposta aperto dagli interventi urgenti “a costo zero”. Si parte dalla richiesta di dichiarare lo stato di emergenza del comparto «al fine di adottare provvedimenti straordinari a sostegno dell’occupazione ma anche delle attività delle azione». Si prosegue con il suggerimento del modello Veneto, Regione che ha già approvato una norma che condiziona il finanziamento delle opere inferiori al milione di euro all’assunzione di alcuni impegni – appaltare l’opera entro 6 mesi e affidare i lavori, con procedure a invito, solo a imprese del territorio – da parte dell’ente richiedente, pena la decadenza del contributo. E ancora si insiste per gare senza massimo ribasso per i lavori più importanti e per suddividere in lotti più piccoli le opere di maggiore peso. Il documento dei costruttori, illustrato anche dal presidente di Confartigianato Graziano Tilatti, contiene poi suggerimenti sul medio periodo: riduzione dei costi della burocrazia, snellimento degli iter, standardizzazione delle modulistiche. Debora Serracchiani, il cui approccio è molto apprezzato dalle 16 associazioni che compongono gli Stati generali, risponde a stretto giro di posta. Con una premessa: «Non abbiamo la bacchetta magica ma siamo coscienti che vanno fatte in fretta tutta una serie di azioni». Nel merito la presidente ha spiegato che su alcuni temi si tratta di attendere anche provvedimenti romani, mentre sulla richiesta di dichiarare lo stato di crisi del settore, «la Regione ha già attivato lo stato di crisi occupazionale, che va arricchito di contenuti; e ci sono delle proposte che stiamo valutando assieme alle rappresentanze sindacali». Diversamente «lo stato di crisi deve essere accompagnato da una dichiarazione nazionale, che va accompagnata con provvedimenti di emergenza ad hoc». Sulla burocrazia, «la battaglia delle battaglie», sta lavorando invece il vicepresidente Bolzonello, ha informato Seracchiani. In agenda c’è l’attivazione, a luglio, dello sportello unico per le attività produttive. In parallelo viaggiano il riordino della normativa e gli interventi in tema di appalti, assieme a varie iniziative di semplificazione. Sempre allo scopo di rilanciare il settore, la presidente ha ricordato lo sblocco in queste ultime settimane di diverse risorse: 50 milioni di euro sulla Strada del Mobile e lo sblocco della circonvallazione sud di Pordenone per altri 38 milioni.
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