Un flop il centro visite Pietrarossa

Anche l’ultima gestione del Centro visite di Pietrarossa, affidata a delle cooperative friulane che si erano aggiudicate l’incarico tre anni fa, si è rivelata deficitaria. Lo conferma l’atto adottato in questi giorni dal Comune di Monfalcone a chiusura del contratto triennale con il raggruppamento temporaneo d’imprese tra “La sorgente”, cooperativa sociale Onlus (capogruppo) di Rive D’Arcano, e il Centro sociale e lavorativo società cooperativa sociale (mandante) di San Daniele del Friuli.
L’ente locale ha deciso intanto di trattenere dal compenso annuale dovuto, pari a 27mila euro, i 9mila euro che i gestori si erano impegnati a spendere, con il progetto che aveva permesso di vincere la gara d’appalto, per realizzare un parco giochi per bambini. Le strutture sarebbero poi dovute diventare di proprietà del Comune di Monfalcone alla scadenza del contratto, fissata al 31 agosto 2015. Dopo aver verificato, a fine aprile, che i gestori non sarebbero intervenuti, il Comune ha programmato di provvedere in proprio utilizzando parte dei fondi ottenuti con un progetto comunitario. Tant’è che i 9mila euro saranno spesi per altro e non per l’acquisto delle attrezzature “poiché nel frattempo già acquisite con contributi”.
Per il Comune di Monfalcone, comunque, “la gestione del Centro si è dimostrata carente sotto molti aspetti”. L’ente locale ha quindi deciso di applicare le penali previste per un totale di 480 euro, non ottenendo delle controdeduzioni nelle due settimane di tempo concesse ai gestori. La vera sfida per il Comune di Monfalcone rimane quindi ancora una volta quella della ricerca di un nuovo, e attivo, gestore della struttura. L’appalto triennale, vinto dal raggruppamento temporaneo d’imprese tra “La sorgente”, cooperativa sociale Onlus (capogruppo) di Rive D’Arcano e il Centro sociale e lavorativo società cooperativa sociale (mandante) di San Daniele del Friuli, aveva un valore di 67mila euro totali. Il pascolo degli ovini per il ripristino della landa carsica, parte integrante del progetto originario di riconversione dell’ex sito militare, è però rimasto affidato all’associazione Accipiter che in precario aveva condotto il Centro visite dopo la precedente, e inconsistente, gestione. Il carnaio per l’alimentazione dei rapaci creato sulle alture carsiche immediatamente soprastanti, pure ricompreso nel progetto del sito, viene rifornito direttamente dal Corpo forestale regionale e dai guardiacaccia.
L’idea dell’amministrazione, anche a fronte della volontà di istituire il Parco delle colline carsiche e della candidatura del Carso come patrimonio Unesco, è di rendere il Centro visite non solo teminale della visita, ma anche un motore di ricerca del paesaggio Carso, in primis monfalconese. Il secondo passo è l’accesso alla landa carsica della città attraverso degli ingressi già evidenziati, ma che vanno rafforzati e riqualificati. Nel piano investimento il Comune ha inoltre inserito l’allacciamento idrico del Centro visite di Pietrarossa per una spesa di 100mila euro.
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