Un fiume ricco di macine Se ne contarono fino a 17
CORMONS
Lo Judrio, fiume di confine, nasce sul Colovrat. Lungo i suoi 25 chilometri, tra Slovenia e Italia, il fiume fu ricco di mulini. Nel territorio oggi sloveno se ne contavano nei secoli addirittura 17, oggi tutti chiusi. Rimasero in vita, dopo la seconda guerra mondiale, il mulino Ivannckov in territorio sloveno e, in quello italiano, i mulini Tuzzi di Trussio, Cainero di Visinale e Vosca di Cormons. Solo il mulino di Trussio è ancora funzionante. Ivanckov, dopo varie vicende, finì di macinare nel 1967. Di qualche anno più tardi è anche la chiusura del mulino, in località Molin Nuovo, appartenente dal 1780 alla famiglia Vosca, che ancora lo abita. Le pale sono ferme e non c’è più la roggia che le alimentava.
Nel Settecento, pur essendo in territorio della repubblica di Venezia, il molino con un accordo del 1756 tra Vienna e venezia , il molino venne escluso in modo che potesse servire Cormons agli altri paesi vicini, che si trovavano in territorio austriaco.
Il mulino Cainero si trova a Visinale, in comune di Corno di Rosazzo, ed ha difronte, sull’altra sponda il borgo di Giassico. L’edificio, come scrive Vincenzo Ria, nel suo libro “Caro vecchio mulino “, venne costruito presumibilmente nel XV secolo e apparteneva all’abbazia di Rosazzo. Funzionava con una ruota a pale in legno azionata dall’acqua che veniva regolata dalle paratoie del canale sottostante. Con l’evolversi della tecnica molitoria alla fine del XIX secolo, le ruote in ferro sostituirono quelle lignee e il mulino a macine venne sostituito da quello a cilindri.
Cessata la funzione di macina, l’edificio ristrutturato, conservando le attrezzature, per un periodo ospitò un ristorante. Anche questo locale da alcuni anni è chiuso dopo un rovinoso allagamento provocato dalla tracimazione del fiume. (fra. fem.)
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