Un esercito di meduse invade le Rive

Le meduse sono arrivate. In massa. È un’autentica invasione quella che si vede dalle Rive. Complice l’assenza di vento, dopo la bora che ha spazzato il golfo dei giorni precedenti, le meduse appartenenti alla specie Aurelia aurita hanno raggiunto ieri il golfo di Trieste, mettendo in allarme quanti si apprestano a vivere la stagione balneare.
«Per tranquillizzare subito chi ama andare al mare - spiega Maurizio Spoto, direttore dell’Area marina protetta di Miramare - va precisato che si tratta di una specie non urticante per l’uomo, anche se questo non significa che ci si possa accostare a questa tipologia di meduse senza rischi. Le reazioni al tocco di queste meduse possono essere diverse e variare da soggetto a soggetto, perciò meglio essere comunque cauti».
A guidare la Aurelia aurita, la cosiddetta “medusa quadrifoglio”, davanti a piazza Unità, è stato il gioco delle correnti. «Quando la bora smette di soffiare - riprende Spoto - le meduse sono preda delle correnti che portano naturalmente verso la costa in particolare davanti alla città». Statisticamente la sciamatura delle meduse inizia a maggio «ma non ci sono regole in questo campo - sottolinea Spoto - perciò il fenomeno in atto da ieri non ha alcunché di eccezionale. Semplicemente, una serie di fattori contingenti ha comportato che migliaia di esemplari si siano raccolti nel golfo davanti alle Rive».
La Aurelia aurita è una delle meduse più note e diffuse. È facilmente riconoscibile dalla forma perfettamente sferica del suo ombrello, di un bianco diafano e trasparente, e soprattutto dalla presenza, sulla sommità dello stesso, di quattro strutture circolari, le gonadi, che danno vita a una struttura che ricorda il quadrifoglio, da cui deriva il nome comune della specie. Possiede inoltre corti e sottili tentacoli urticanti, che scendono dal bordo dell’ombrello, dandogli un aspetto frastagliato, e quattro braccia più spesse, evidenti però solo negli individui più anziani.
A fronte dell’invasione di ieri, in ogni caso, nel tentativo di spiegarne le cause, c’è chi invoca i cambiamenti climatici e chi l’eccesso della pesca che provoca, come conseguenza, un proliferare di meduse altrimenti preda dei pesci. Di sicuro, come conclude Spoto, le acque del golfo si ritrovano con «un’abbondante presenza di plancton gelatinoso. Ma di certo - conclude il direttore della Riserva di Miramare - non ci saranno ripercussioni sulla stagione balneare perché, al di là del disagio di vedere un gran numero di meduse, problemi per i bagnanti non ci saranno».
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