Un documentario racconta l’avventura del “Mercurio”
In un certo senso è come se il Mercurio, il brick del Regno Italico affondato all’alba del 22 febbraio 1812 durante lo scontro navale con una squadra inglese nel corso di quella che viene ricordata come la battaglia di Grado, stesse tornando in superficie. Da quando il relitto della nave venne ritrovato a distanza di due secoli, nel 2001, Carlo Beltrame, archeologo marittimo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto ha avviato un progetto di scavo e di studio che rappresenta una delle più importanti avventure archeologiche e scientifiche subacquee degli ultimi anni a livello europeo.
Adesso proprio Beltrame ha scritto e diretto, assieme a Sandro Lazzari, un documentario didattico che racconta questa avventura. “Il Mercurio - Archeologia del mare” (Italia, 45’) prodotto dalla Ca’ Foscari con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, attraverso spettacolari immagini subacquee e le interviste agli studiosi ed esperti che a vario titolo hanno partecipato alle ricerche, ripercorre la storia del brick italico e illustra tutto il lavoro scientifico svolto, dalle tecniche di scavo al restauro dei reperti recuperati. Armi, oggetti personali dei marinai, dotazioni di bordo, frammenti delle divise, persino gioielli: è un gigantesco puzzle quello che da anni Beltrame e la sua équipe stanno ricostruendo utilizzando tecniche d’avanguardia, soprattutto per quanto riguarda la conservazione degli oggetti recuperati dal fondo. Caso più unico che raro, infatti, nel relitto del Mercurio si sono conservati bene materiali organici come il legno di fucili e pistole, il cuoio degli stivali, cordame, persino stoffa. Oltre ai resti umani. Questo ha permesso agli studiosi di analizzare nel dettaglio la vita a bordo di una nave da guerra del XIX secolo.
Così nel documentario vediamo le innovative procedure di rilievo dello scavo messe a punto da Stefano Caressa, mentre Francesca Bertoldi spiega come dall’analisi delle ossa rinvenute si capisce a quali fatiche e malattie erano esposti i giovani marinai imbarcati. Elisa Costa, poi, mostra le micidiali armi usate in combattimento, Sophia Donadel analizzando i resti degli indumenti racconta com’erano e da dove provenivano le divise, Stefania Manfio ci porta nella cambusa, Giuseppe Moretti fa vedere come si restaurano i metalli. Insomma è un po’ come se il Mercurio tornasse in superficie dal fondo del mare con tutto il suo patrimonio di storia. Il documentario è stato pensato per uso didattico: le scuole della provincia di Gorizia ne possono chiedere una copia a: Carlo Beltrame, Dipartimento di Studi Umanistici, Università Ca' Foscari Venezia, Dorsoduro 3484, 30123 Venezia, oppure inviare una e-mail a beltrame@unive.it.
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