Un “comunale” su sei in pensione se passa la modifica della Fornero

Previste 400 uscite. Lobianco e Terranova: «Età media dei dipendenti alta, concorsi già attivati»
Foto Bruni 05.01.13 Mikez e Jakez:a S.Giusto e sul municipio di piazza Unità
Foto Bruni 05.01.13 Mikez e Jakez:a S.Giusto e sul municipio di piazza Unità



Se passeranno le modifiche alla legge Fornero così come sono state anticipate dal governo, nel 2019 il Comune pensionerà 400 dipendenti. Considerando che il maggiore datore di lavoro triestino ha poco meno di 2500 addetti, il conto è presto fatto: l’ente perderà un lavoratore su 6, oltre il 15% dell’organico. Christian Schiraldi, l’esponente della Uil che ieri ha sollevato la questione, è convinto che uffici tecnici e ragioneria saranno i settori maggiormente interessati dai pensionamenti: se così fosse, la cabina di regìa comunale ne uscirebbe decimata.

Il vertice politico-burocratico dell’ente conosce ovviamente la proiezione-Fornero a 62 anni, anche se dice di non sapere dove le quiescenze saranno più fitte. L’assessore al Personale, il forzista Michele Lobianco, e il segretario generale, Santi Terranova, hanno entrambi «consapevolezza» dell’eventuale ricaduta sulla struttura. Ma non intendono fasciarsi il capo prima dell’inauspicabile e proverbiale rottura. Per due motivi: innanzitutto perchè i provvedimenti governativi sono ancora nella fase di annuncio e di discussione, quindi si possono fare soltanto simulazioni.

E poi perchè il Comune - replicano all’unisono - si era già messo in moto, proprio in considerazione dell’elevata anagrafe media del personale, bandendo i concorsi dopo quasi vent’anni. «Il percorso di rinnovamento è avviato», riassume Terranova. «La graduatoria triennale - sostiene Lobianco - è uno strumento utilizzabile per rispondere alle esigenze di personale». Il tema dei pensionamenti - insiste l’assessore - non è una novità per l’amministrazione: «Nel 2018 sono programmate 106 uscite». Tra l’altro anche due dirigenti di lungo corso, come Walter Cossutta e Marina Cassin, lasceranno l’ente entro la fine dell’anno.

Certo, se però nel 2019 i quiescenti dovessero essere 400, in gran parte collocati nella seconda parte dell’anno, l’effetto non sarebbe di poco conto. Lobianco lo sa e replica: «Qualora i numeri fossero confermati dalla modifica della Fornero, rimetteremo mano al piano triennale di assunzioni, valutando le nuove necessità emergenti».

Ma, per evitare qualche entusiasmo di troppo, pianta subito un prudenziale paletto: «Non credo che applicheremo il criterio 1:1, ovvero un’assunzione per ogni pensionamento. I requisiti saranno quelli sui quali abbiamo impostato le prime due fasi concorsuali, basati sul rafforzamento qualitativo della macchina. Istruttori amministrativi, tecnici, funzionari, diplomati e laureati: l’ente ha bisogno di buona cultura amministrativa». Concetto esplicitato da Terranova: «Se esce una categoria B, non ci sarà una sostituzione automatica».

La preoccupazione di Schiraldi si era evidenziata in seguito alla nuova campagna di reclutamento lanciata dal Municipio: tredici posti tra le categorie C e D, compresi due farmacisti. In arrivo anche due conservatori museali. Mentre l’ufficio mercati cerca un team di veterinari. Ma Schiraldi commenta: «Una toppa su uno squarcio». —



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