«Un colpo durissimo per l’intera regione»
«L’atteggiamento del gruppo Burgo è inaccettabile. Una decisione grave come quella della chiusura della linea 2 della cartiera di San Giovanni di Duino, con la conseguenza di vedere 153 dei 340 dipendenti rischiare perdere il posto di lavoro, doveva essere preceduta da una spiegazione alle forze sindacali e al territorio».
Adriano Sincovich, segretario provinciale della Cgil, parte all’attacco. E spiega: «Siamo al cospetto di uno degli episodi più gravi di dismissione degli ultimi anni nella provincia di Trieste in quanto qui si va a chiudere una parte importante di un impianto di qualità. Siamo nel contesto di un tessuto industriale fondamentale per questa provincia e per l’intero Friuli Venezia Giulia, perciò siamo disponibili a misurarci in un confronto serio, che però rispecchi i principi del rispetto reciproco. Non è ricevibile una secca comunicazione aziendale e basta».
Il segretario provinciale della Cgil entra quindi nel merito: «Lo stabilimento di San Giovanni di Duino è invidiato a vari livelli per la tecnologia che vi è stata impiantata e per i risultati che riesce a garantire. Il conto economico di questa sede del gruppo non ci risulta essere negativo perciò non si capisce perché questo impianto debba essere penalizzato rispetto ad altri».
Non basta: «Se si vuole attuare una credibile politica industriale - afferma ancora Sincovich - è necessario creare i presupposti per poter effettuare operazioni di reindirizzo dalla produzione volte a migliorare ulteriormente il conto economico».
«Sappiamo – prosegue il sindacalista della Cgil – che il mercato della carta negli ultimi mesi hanno dato significativi segnali di miglioramento, perciò la decisione della proprietà ci appare ancor più discutibile. Il colpo per l’industria triestina, già provata da troppe situazioni di dismissione, sarebbe di quelli durissimi. L’interrogativo di fondo è inquietante in quanto non capiamo la logica della decisione».
Fortissima preoccupazione viene espressa anche dal sindaco di Duino Aurisina, Vladimir Kukanja, nel cui territorio ha sede la cartiera: «Se perdono il posto 153 lavoratori, significa che ci sono altrettante famiglie che vanno in grande difficoltà. Sul piano sociale, per una realtà come la nostra, le conseguenze potrebbero essere devastanti».
«L’unico interlocutore valido a questo punto – prosegue il sindaco - è la Regione. Faremo il possibile, come amministrazione comunale, pur non avendo un preciso ruolo istituzionale in questo contesto, affinché si instauri un confronto costruttivo fra la proprietà e la Regione, in modo che si possa arrivare a una soluzione meno drammatica di quella che appare in questo momento all’orizzonte. Non voglio pensare che si chiuda una linea in questo modo, senza lasciare margini di trattativa a favore dei lavoratori».
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