Un Centro studi dedicato alla memoria di Manlio Cecovini

Teso a valorizzarne «il patrimonio artistico e culturale», avrà sede nella “casa” massonica. Lunedì un convegno

Un Centro studi teso a «valorizzare il patrimonio culturale e artistico costituito dalle opere» di un personaggio che a lungo, e a più titoli, è stato tra i protagonisti delle vicende di Trieste: Manlio Cecovini. È stata denominata infatti “Centro studi Manlio Cecovini” l’associazione culturale che lunedì alle 16.30 al Circolo della stampa (corso Italia 13) farà il proprio debutto pubblico con la tavola rotonda «Manlio Cecovini: l’uomo e lo scrittore».

Il Centro studi avrà sede e biblioteca al Circolo Gymnasium di corso Saba 20, nella casa dei massoni del Grande Oriente d’Italia di cui l’ex sindaco di Trieste, morto nel 2010 a 96 anni, fu massimo esponente: eletto in Municipio nel 1978 a capo di una giunta con 15 assessori espressione dell’allora dirompente LpT, Cecovini già l’anno precedente era arrivato al vertice assoluto del Rito scozzese antico e accettato, Sovrano Gran commendatore del Supremo consiglio del 33.o e ultimo grado, carica che ricoprì fino al 1986. In quella stessa epoca - già magistrato e poi avvocato dello Stato, nonché consulente legale del Gma nel novennio di amministrazione alleata della città dopo avere aderito a Giustizia e Libertà durante l’occupazione nazista - fu consigliere regionale LpT e parlamentare indipendente del Partito liberale al Parlamento europeo.

Nei tanti aspetti di una personalità multiforme entra con forza quello di scrittore e saggista, attività questa cui si dedicò col tempo in maniera sempre più intensa («Per favore, seppellitemi da scrittore», ripeteva negli ultimi anni). E allora, «è giusto mantenere vivo il ricordo di una persona di grande valore, cui sono stato vicino per tanto tempo all’Istituto giuliano di storia cultura e documentazione che egli fondò nel 1988», dice Milazzi: «Ho interpellato alcuni amici e si è deciso di costituire la nuova associazione. Abbiamo avuto sostegno dal Rito scozzese, che ci ospita per la sede».

Il primo obiettivo è raccogliere pubblicazioni e materiale documentario su Cecovini, da mettere a disposizione del pubblico nella biblioteca già esistente di corso Saba. «L’idea è di creare una “sezione Cecovini” cercando di raccogliere tutti i materiali, anche degli inediti se ne esistessero», aggiunge Milazzi. Qualcosa potrebbe arrivare anche dagli eredi Cecovini, che però - dice il figlio maggiore di Manlio, Sergio - non hanno ancora stabilito in via definitiva la destinazione della poderosa biblioteca lasciata nella villa di Padriciano (alla Civica esiste già una busta di documenti e carteggi che l’ex sindaco donò negli anni Ottanta).

Il Centro studi si propone anche di organizzare iniziative mirate ad approfondire «la conoscenza dell’ambiente culturale in cui ha operato Cecovini e in cui sono maturate le sue opere». Per intanto, è in programma un concorso per studenti delle Università di Trieste e Udine con due premi da 1.500 euro l’uno ciascuno per tesi di laurea magistrali sull’opera letteraria e politica di Cecovini. E sarà proprio Cristina Benussi, preside della facoltà di Lettere, ad aprire lunedì i lavori della tavola rotonda con una riflessione su “Cecovini scrittore della memoria”, nel solco della tradizione da Svevo a Slataper. Dello “Scrittore di guerra” parlerà Fulvio Senardi dell’Istituto giuliano, mentre Fulvio Salimbeni dell’Università di Udine interverrà su “Cecovini e il patriottismo di Trieste. Riflessioni storiche su un pamphlet etico-politico”. A ricordare “l’uomo politico” sarà il deputato Roberto Antonione. Infine, le riflessioni di Milazzi sul “Carteggio scazonte tra Cecovini e Rebula”, presentando il quale lo stesso autore, discendente dell’ufficiale austriaco Cehovin, spiegò che «non dobbiamo mai dimenticare che la cultura di queste terre è un intreccio di lingua italiana, slovena e tedesca». (p.b.)

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