«Un centro congressi per rilanciare il turismo»
Vanno bene gli affari a Trieste. È soddisfatta Elisabetta Fabri, fiorentina, a capo del gruppo Starhotels (creato in famiglia): 24 alberghi, gli ultimi due acquistati proprio nei giorni scorsi a Londra nei quartieri di Kensington e South Kensington. È soddisfatta perché gli investimenti in città con il Savoia Excelsior Palace sono stati ben remunerati: l’hotel infatti è ai primi posti nella hit parade degli alberghi italiani (del gruppo) più produttivi. E le proiezioni future sono ancora migliori. Se migliora l’offerta turistica che dovrebbe essere promossa dalle istituzioni triestine.
L’imprenditrice fiorentina, sposata con un americano e madre di due gemelli, ha vissuto tra Firenze, Roma, Losanna, Washington, New York e ancora Firenze. Oggi controlla alberghi in Italia, a Parigi, un hotel deluxe a New York e i due a Londra. Una passione, quella di Elisabetta Fabri, ereditata dal padre Ferruccio che nel 1980 ha creato la Starhotels, gruppo che dal 2000 è affidato appunto alla guida dell’imprenditrice: si tratta dell'unica catena alberghiera italiana la cui proprietà e gestione sono detenute dalla stessa famiglia ininterrottamente da oltre trent'anni.
Trieste dunque è una piazza che rende, dottoressa Fabri?
«Il Savoia Excelsior Palace di Trieste è il terzo tra i nostri Starhotels per fatturato generato dal turismo di affari, subito dietro alla piazza di Milano che si aggiudica il primo e secondo posto rispettivamente con lo Starhotels Rosa Grand e lo Starhotels Ritz. Quindi per Starhotels la città è una destinazione importante».
In che senso?
«Trieste si trova al centro di un sistema di paesi in veloce sviluppo economico, con redditi che registrano tassi di crescita annui a due cifre. In continua crescita è il movimento crocieristico in partenza e in arrivo dal porto di Trieste, e anche i collegamenti aerei si stanno moltiplicando».
I dati sul turismo degli ultimi due anni sono positivi. Ma cosa manca per un definitivo rilancio di Trieste?
«Le infrastrutture e i collegamenti veloci su rotaia. La linea ad alta velocità e un collegamento via aliscafo con Venezia sarebbero il volano per lo sviluppo turistico della città. L’aeroporto poi andrebbe potenziato con voli a basso costo. Basta pensare che andare da Trieste a Roma costa come andare al Cairo».
A Trieste bastano Miramare, San Giusto, il mare e i molti monumenti per attirare i turisti?
«No, è necessario e urgente un centro congressi ben organizzato e gestito».
Parlate di riqualificazione e riposizionamento delle proprietà esistenti: cosa prevede a Trieste?
«A Trieste abbiamo investito 53 milioni di euro nell’acquisto e ristrutturazione del Savoia. La completa ristrutturazione dello storico albergo è un ulteriore segnale della nostra volontà di rafforzamento del territorio con straordinarie prospettive di sviluppo e ricco di attrattive e un riconoscimento del profondo legame del Savoia Excelsior Palace con la storia della città di Trieste. Il Savoia è un immobile di interesse storico con caratteristiche monumentali in una location straordinaria».
A parte Trieste, in futuro considerate possibili altri investimenti in regione?
«Abbiamo anche un albergo a Venezia, che completa la nostra offerta nel Nord-est».
Il turismo a livello nazionale: cosa si può fare di più e di meglio?
Promuovere la destinazione Italia convogliando tutte le risorse che vengono disperse in mille piccoli interventi. Con i nostri alberghi intendiamo valorizzare l'identità italiana che ci rende famosi nel mondo, creando dei punti di riferimento per chi viaggia e desidera ritrovare all'estero e in Italia, il gusto e lo stile made in Italy».
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