Un benefattore dona alla “de Banfield” una sede più grande

TRIESTE. Alla voce “assistenza e sostegno agli anziani e alle loro famiglie” dell’associazione di volontariato Goffredo de Banfield, la rosa degli interventi è oramai così vasta che per i 16 dipendenti e collaboratori, nonché per la falange dei 73 volontari, gli spazi della sede di via Filzi si sono fatti stretti. Ieri pomeriggio, concluso il trasloco, è stata inaugurata la nuova sede del sodalizio, che da via Filzi 21/1 è migrata pressoché dietro l’angolo, al secondo piano di un palazzo d’epoca in via del Lavatoio 4. Uno spazioso appartamento di 300 metri quadri con un grande salone con affaccio su piazza Oberdan, adeguato a ospitare, parallelamente all’attività assistenziale alla terza età, i convegni e le attività di promozione della cultura della vecchiaia.
Un impegno nel sociale lungo quasi 30 anni, da quando nel 1988 Maria Luisa e Raffaello de Banfield fondarono il sodalizio in memoria del padre. Gettando le basi di una politica sociale che privilegi l’assistenza domiciliare all’ospedalizzazione. In altre parole, che contrasti, quando la strada sia percorribile, la tendenza a inserire gli anziani in strutture esterne, dando loro la possibilità di rimanere invece tra le mura domestiche. Due sedi, la vecchia e la nuova, legate dal fil rouge dell’empatia, espressione ambedue di un atto di generosità. L’appartamento di via Filzi era stato donato all’associazione nel 2009, come indicato nelle ultime volontà della socia Loretta Bernardi, mentre quello di via del Lavatoio è stato acquistato a un’asta giudiziaria con il sostanzioso lascito di Dario Tripcovich.
«Siamo sempre grati dalle testimonianze di affetto e dai gesti di generosità dei nostri cittadini, grazie ai quali possiamo offrire da quasi tre decenni servizi gratuiti agli anziani in difficoltà», ha commentato la vicepresidente del sodalizio Teresa Squarcina. «Non è facilissimo, soprattutto in tempi poco rosei - ha aggiunto - far funzionare una macchina organizzativa impegnata nel sociale contando quasi esclusivamente sui propri mezzi». L'associazione vive infatti per il 90% con contributi privati, elargizioni, quote associative, donazioni e lasciti testamentari, oltre al costante sostegno di tre fondazioni triestine, vale a dire Generali, CRTrieste e Dorni.
Tranne l’assistenza infermieristica ad anziani non autosufficienti residenti nei rioni di Barriera vecchia e nuova, i servizi proposti sono destinati a tutta la provincia, da Muggia a Duino. E quindi anche l’assistenza a chi s’imbatte nella diagnosi per un proprio caro dell’Alzheimer, uno tsunami che travolge tutto il nucleo familiare. Difatti, la vecchia sede di via Filzi sarà riconvertita in spazio di accoglienza per i “caregiver”, ovvero i familiari che si occupano dei malati con deficit cognitivo, come la demenza senile e, appunto, l’Alzheimer, il cui costo sociale è stimato attorno all’1% del Pil mondiale. Dal 1995 a oggi, l’associazione ha preso in carico oltre 2.500 malati e le loro famiglie. Il progetto d’accoglienza, il cui fine è diminuire il livello di stress di chi si prende cura di persone con deficit cognitivo, si chiamerà “Casa viola” e decollerà il prossimo autunno.
Dal ’93 è invece attiva l’assistenza domiciliare a malati oncologici adulti in fase terminale o in situazione di non sufficienza, sempre nei due storici quartieri cittadini. E poi ci sono i servizi di consulenza legale, sociosanitaria e psicologica erogati dall’equipe di professionisti, tra psicologi, assistenti sociali, infermieri e fisioterapisti. Senza scordare il prestito gratuito degli oltre 500 “ausili”, dalle sedie a rotelle ai deambulatori, dai letti ospedalieri ai congegni per sollevare i malati, dalle stampelle e alle cosiddette comode per disabili. Tutto ciò, lavorando in rete con i servizi sanitari e gli enti pubblici e privati del territorio. Per informazioni sulle modalità di accesso ai servizi è possibile prenotare un incontro chiamando lo 040.362766, tutti i giorni feriali dalle 9 alle 13.
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