Un baby cerbiatto nel prato? Ecco cosa fare per aiutarlo

In primavera capita di imbattersi in cuccioli feriti e uccellini caduti dal nido. Tutte le regole da seguire per soccorrerli al meglio. Prima regola: non dare cibo

Un cucciolo di cerbiatto ferito in un angolo del giardino. Un riccio che pare aver perso il senso dell’orientamento. Un uccellino caduto dal nido costruito dalla mamma tra le travi del garage, e ora incapace di volare. In primavera, così come in estate, può capitare di imbattersi in animali giovanissimi e indifesi che, per qualche incidente di percorso, finiscono per sfuggire allo sguardo protettivo dei genitori. Per soccorrere in modo corretto queste bestiole è bene seguire alcune indicazioni.

In primis è bene ricordare che la fauna selvatica è proprietà indisponibile dello Stato e pertanto ne è vietata la detenzione. «Le modalità di intervento dovranno essere meno invasive possibile, - premette Patrizia Bufo, presidente dell'Enpa -. L’animale di fauna selvatica ci vede sempre come un possibile aggressore, quindi è bene non parlare ad alta voce, non illuminare, anche se di notte, con i fari un animale ferito e non accarezzarlo». Nel caso di mammiferi di medie o grandi dimensioni come caprioli, tassi, volpi, se feriti è bene contattare il numero di reperibilità dell'Enpa 3391996881, attivo dalle 8 alle 20. Di notte il 112. «Per i cuccioli di capriolo - spiega Bufo - rammentiamo che a maggio e giugno, le femmine partoriscono uno o due cuccioli, che durante il giorno nascondono nell'erba alta per proteggerli da eventuali predatori, uomo compreso. Non sono perciò abbandonati, la madre li raggiunge, anche dopo molte ore, per allattarli all'alba e al tramonto, e non si avvicinerà se avvertirà nella zona presenze indiscrete».

L’Enpa raccomanda di non toccare quei cuccioli. Nel caso in cui l’animale sia ferito è bene chiamare i soccorsi per il recupero e il trasferimento al Cras - Centro Recupero Fauna Selvatica di via Marchesetti. Stessa cosa per gli uccelli implumi trovati a terra: vanno sempre raccolti e portati all'Enpa.

Nel caso di uccelli e piccoli mammiferi in difficoltà è bene munirsi di un telo da posare sull’animale, raccoglierlo delicatamente, riporlo in una scatola con dei fori e portalo al Cras. I giovani uccelli rinvenuti a terra, che compiono dei “saltelli” o presentano un piumaggio incompleto e non riescono a volare, generalmente non hanno bisogno di aiuto, «a meno che - spiegano all'Enpa - non si trovino in contesti particolarmente ostili, vicino a strade trafficate o a rischio predazione. Merli, passeri, corvidi, gabbiani, civette, falchi e molti altri passeriformi, salvo che non siano totalmente privi di piumaggio, non sono caduti dal nido, - sottolineano -semplicemente non vi risiedono più. Inizia per loro lo “svezzamento”. In questa fase sono seguiti dai genitori a debita distanza».

È bene poi ricordare un ultimo dettaglio: un animale ferito non ha bisogno di cibo. Se non riesce a trasferirlo velocemente al Cras, è possibile mettergli a disposizione un po' acqua. «Assolutamente vietati invece per qualsiasi specie pane o latte vaccino», conclude Bufo. —


 

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