Un albero per le vittime dell’amianto, a ciascuno il compito di innaffiarlo
A ricordare le vittime dell’amianto in piazzetta Colombo a Panzano da lunedì ci sarà anche un “albero dei fazzoletti”, simbolo del dolore, ma anche della speranza, scelto da Casale Monferrato, da cui l’esemplare di Davidia involucrata è arrivato in questi giorni. L’albero sarà presentato ufficialmente l’1 giugno, alla conclusione della due giorni di approfondimento “Amianto, ieri, oggi, domani” organizzata dal Comune di Monfalcone nel Museo della Cantieristica assieme alla Lilt e al Consorzio culturale del Monfalcone. Poi, a prendersene cura, come già avviene a Casale, dovrà essere l’intera comunità, dimostrando un’attenzione concreta al rispetto e alla custodia della memoria delle morti provocate dall’esposizione all’amianto. L’idea, lanciata durante la presentazione dell’evento del 31 maggio e dell’1 giugno, è quella di sistemare un annaffiatoio, in bisiaco uno “sbrufador”, vicino all’albero, lasciandolo a disposizione dei cittadini o degli alunni delle scuole. Cittadine e non. Il coinvolgimento dei più giovani rispetto una tragedia che è tutto meno che alle spalle per Monfalcone e il territorio circostante, è del resto centrale. L’ ha sottolineato ieri il sindaco Anna Cisint, presentando la due giorni al MuCa, e lo conferma la nuova fase del progetto “Asbestos” del Consorzio culturale del Monfalcone, che l’ha costruita d’intesa con il Comune e la presenterà nel corso della mattina dell’1 giugno (il programma della giornata prenderà il via alle 10.30).
L’attività, che si rivolgerà in via tendenziale alle superiori innanzitutto del territorio, consisterà in una raccolta della memoria dell’amianto esistente all’interno delle famiglie attraverso il racconto dei ragazzi. La Lilt isontina illustrerà invece nella giornata di venerdì prossimo, che prenderà il via alle 17, con i ricercatori incaricati l’esito dello studio finanziato assieme al Comune (rispettivamente per 80 mila e 40 mila euro) per individuare i meccanismi genetici per i quali alcuni esposti sviluppano in tempi più brevi una patologia tumorale legata all’esposizione all’amianto e alcuni non si ammalano. «In questi due giorni affronteremo però non solo gli aspetti sanitari e ambientali, ma anche quelli legati al rispetto e alla dignità della memoria e al diritto alla giustizia – ha detto ieri il sindaco –. Come abbiamo fatto con i percorsi attuati a partire dall’autunno del 2016». Sempre nella prima giornata, moderata dall’assessore alle Politiche sociali Michele Luise, l’archivista Marina Dorsi farà il punto sul riordino del Fondo Bianchi, cioè dei documenti lasciati dall’anatomo patologo Claudio Bianchi e affidati al Ccm, ma saranno anche letti, dai Lettori in Cantieri, brani dal libro “Una casa sulla ferrovia” di Paola Cosolo Marangon. Ad accompagnarli il violino di Simoe D’Eusanio, che l’1 giugno sottolineerà anche le parole dei brani scritti da Roberto Covaz (a interpretarli sempre i Letto in Cantiere). La seconda giornata vedrà poi l’intervento del procuratore capo del Tribunale di Gorizia Massimo Lia, ma anche il professor Marco Aloisio, presidente della Lilt milanese, direttore della clinica Humanitas del capoluogo lombardo e uno dei massimi esperti nazionali di chirurgia toracica, come sottolineato ieri dal presidente della Lilt isontina Umberto Miniussi. Se la prima giornata vedrà la partecipazione dell’assessore regionale alla Sanità Riccardi, alla seconda interverrà l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro. «Vorremmo però vedere un coinvolgimento dei Comuni e delle scuole del territorio», hanno concluso ieri Cisint e Luise. —
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