Ultimatum Equitalia, Ezit a rischio dissesto
TRIESTE Colpo di grazia. La pallottola, cartacea ma non di meno letale, reca la matricola 3310. In realtà è il numero di protocollo con cui gli uffici dell’Ezit hanno classificato un nuovo atto di Equitalia, che intima all’ente di saldare entro cinque giorni il debito con l’amministrazione finanziaria, ammontante a 8 milioni 309 mila euro e risalente alla cartella notificata il 2 ottobre 2014. Sono previsti 29.315,40 euro per spese di procedure. Se l’Ezit non avrà ottemperato al pagamento, si procederà a esecuzione forzata: ricordiamo che nelle ultime settimane sono stati ipotecati immobili dell’ente per un valore di circa 22 milioni.
Stamane alle 9 il consiglio di amministrazione dovrà assumere una decisione: le dimissioni dei sette componenti sono una possibilità tutt’altro che remota, a fronte dell’impossibilità di gestire l’ente. Se questo sarà il verdetto da parte del board, non si esclude che il passo successivo da parte della Regione Fvg potrebbe essere il commissariamento. La magnanimità di Equitalia si spinge fino alla possibilità di rateizzare gli 8,3 milioni fino a 120 quote mensili: vorrebbe dire, facendo un conto molto semplice, che Ezit dovrebbe tirar fuori per un decennio 830 mila euro all’anno, quindi non meno di 70 mila euro al mese.
Ora, i problemi sono due. Il primo è che Ezit non ha 8,3 milioni cash per estinguere il debito con l’Agenzia delle Entrate, che vede Equitalia agente di riscossione. Il secondo è che Ezit non ha liquidità sufficiente nemmeno per provvedere al rateo mensile di 70 mila euro moltiplicato 120: o prepara le buste paga o soddisfa il creditore tributario. «La disponibilità di cassa è stata utilizzata per anticipare i quattrini dell’operazione ex Olcese», ricorda il presidente Stefano Zuban
La nuova notifica di Equitalia è stata recapitata nella palazzina di via Caboto martedì 7 ottobre, dunque i cinque giorni sono già evaporati: ma l’ente aveva avvisato che il consiglio di amministrazione, organo deputato a deliberare sul punto, sarebbe stato convocato a stretto giro di posta e i termini sono stati così differiti. E’di tutta evidenza che, anche facendo correre i cinque giorni da oggi, ben difficilmente le casse dell’ente riusciranno a riempirsi così da sfilarsi dalla tagliola fiscale nella quale Ezit è finito.
Stamattina attorno al tavolo Zuban (nominato dalla Regione Fvg), Nicoletta Paganella (nominata dalla Regione Fvg), Moreno Tivan (nominato dalla Regione Fvg), Luciano Luciani (industriali), Rita Rapotez (artigiani), Renato Guercio (commercianti), Adriano Sincovich (sindacati) sono chiamati a una delle scelte più ardue e impegnative nella storia di questo particolare ente pubblico non economico, creato 62 anni dal Governo militare alleato con l’ormai celebre Ordine 66. Saranno coadiuvati dai revisori Giulia Battig (presidente), Pasquale Caprioli, Chiara Cicuto.
Ma cosa si può deliberare se non ci sono i soldi? E, anche ci fossero, è giusto accettare il diktat di una rateizzazione nel momento in cui si spera che una soluzione politica - legata all’intervento del legislatore nazionale - fermi la macchina tributaria?
Ancora ieri sera sembrava non ci fosse alternativa all’ammainabandiera. Nell’atto di Equitalia è scritto che il pagamento può essere sospeso se entro 90 giorni scattassero prescrizione, sgravio del creditore, stop amministrativo, stop giudiziale, effettuazione del pagamento stesso. Oppure «qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito sotteso»: sarebbe il caso di quell’emendamento che Zuban spera venga inserito, su iniziativa del capogruppo “dem” triestino a Montecitorio Ettore Rosato, nella Legge di Stabilità.
Il margine di manovra, nel perimetro dell’ordinarietà gestionale, sembra ormai consumato. Il siluro, sparato ancora 34 anni fa dall’amministrazione finanziaria, dopo aver vagato per molti mari giudiziari, ha colpito il bersaglio: l’Agenzia delle Entrate, operando su una campionatura di sei annate, è rimasta dell’idea che Ezit debba pagare le imposte sui guadagni incassati dalla vendita di terreni e fabbricati. Zuban non anticipa cosa dirà stamane agli altri sei consiglieri: «Aspetto indicazioni dalla Regione».
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