Ultima campagna antirabbica sulle volpi in Fvg

Dal 15 novembre il lancio delle esche vaccinali sul Carso triestino e goriziano. Deciso lo stop dal 2017 dopo oltre vent’anni
Una volpe in una foto di archivio
Una volpe in una foto di archivio

TRIESTE. Sorvoleranno il Carso triestino e goriziano lanciando centinaia di esche a base di pesce e grasso animale. Stanno già scaldando i motori gli elicotteri dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie che a partire dal 15 novembre inizieranno le operazioni di vaccinazione orale delle volpi del Friuli Venezia Giulia. La campagna autunnale, che interesserà anche la porzione della provincia di Udine posta sul confine con la Slovenia, sarà l’ultima, dopo oltre vent’anni di attività preventiva: la rabbia infatti pare oramai scomparsa dal Friuli Venezia Giulia.

Circa 25 per chilometro quadrato. Questo il numero di esche vaccinali che verranno calate dagli elicotteri tramite alcune sofisticate apparecchiature automatizzate. Riconoscerle sarà piuttosto semplice. Oltre a recare la scritta “non toccare vaccino antirabbico”, l’esca, distribuita allo stato di congelamento, avrà la forma di un piccolo parallelepipedo di colore scuro. Il vaccino invece sarà racchiuso in un blister (l’involucro trasparente incollato su un foglietto di alluminio) immerso in una mix di farina di pesce e grasso animale, due elementi necessari per attrarre i canidi ad ingerire il vaccino. «Le esche non devono assolutamente essere toccate: l’eventuale accidentale contatto diretto richiede un accurato lavaggio delle mani con acqua e sapone e successiva disinfezione, fermo restando che è preferibile rivolgersi al proprio medico di fiducia o al Servizio di Pronto soccorso ospedaliero», puntualizza in una nota l’Azienda sanitaria.

Le attività della campagna regionale saranno coordinate dal punto di vista organizzativo dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie. Una volta completata la distribuzione delle esche, l’Istituto comunicherà il programma di campionamento per il monitoraggio della vaccinazione delle volpi, indicando le aree effettivamente sottoposte ad intervento; successivamente le guardie forestali e venatorie effettueranno il prelievo attivo delle volpi, che saranno inviate per i necessari controlli di laboratorio all’Istituto zooprofilattico competente per territorio; anche le carcasse di volpi e altre specie animali quali faine, tassi, martore e ratti, rinvenuti morti nella stessa area, se in buono stato di conservazione, saranno inoltrati per le necessarie verifiche.

Ma cos’è esattamente la rabbia? È una malattia infettiva, causata da un virus che colpisce gli animali selvatici e domestici. Serbatoio naturale del virus è proprio la volpe. La rabbia si può trasmettere all’uomo e ai cani tramite contatto con la saliva dell’animale infetto, di solito tramite il morso. Il virus penetra nell’organismo, infettando il sistema nervoso con conseguenze che possono essere gravi, se non si interviene immediatamente. Dal 1979 la provincia di Trieste è stata interessata da diverse epidemie di rabbia. La vaccinazione orale annuale delle volpi, praticata con regolarità dal 1994, ha fatto sì che dal 2005 al 2008 nell’area non si registrassero nuovi casi. Nel 2008 la rabbia è però ricomparsa in Carnia, per diffondersi poi nella provincia di Pordenone, nel vicino Veneto, e, dall’ottobre 2008, anche in quella di Trieste, con un caso di positività in una volpe rinvenuta morta vicino a Gropada. Nel 2010 in Fvg gli esemplari coinvolti da positività sono stati 14. L’ultimo caso di rabbia nelle regioni del Triveneto, nel Bellunese, risale al 14 febbraio 2011. Dati che hanno fatto propendere per effettuare tra poche settimane l’ultimo lancio di esche. Dal primo gennaio 2017 il piano di vaccinazione non verrà infatti più effettuato. L’attività di controllo verterà esclusivamente sulla sorveglianza, volta a individuare la presenza di volpi morte e il conseguente rilevamento di possibili nuovi casi di rabbia.

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