Uljanik, il governo prende le distanze: «Piano poco chiaro»
POLA. Quella di oggi sarà una giornata chiave per la cantieristica navale croata dell'Alto Adriatico, alle prese con la peggiore crisi della sua storia. La commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager è attesa a Zagabria, dove dovrebbe dare indicazioni su una valutazione preliminare da parte di Bruxelles in merito al piano di ristrutturazione aziendale del Gruppo Uljanik con i suoi cantieri Scoglio Olivi e 3 maggio di Fiume. Dall'atteggiamento di Bruxelles dipende in sostanza il futuro dei 4.500 occupati nei due stabilimenti navalmeccanici. Ma come emerso nelle ultime ore, il piano stesso sembra essere un altro motivo di aspro confronto fra il governo croato e i vertici della società.
A indicarlo sono le dichiarazioni rilasciate ieri ai giornalisti al termine della seduta del governo dal ministro dell'economia Darko Horvat, secondo il quale il piano stesso è stato definito dai vertici di Uljanik assieme al partner strategico e alle società di consulenza, per cui «non rappresenta l'atteggiamento ufficiale del governo e nemmeno è stato inviato a Bruxelles tramite i canali di comunicazione ufficiale con gli organismi comunitari». Il contenuto - ha aggiunto Horvat - non dice chi sarà a dover pagarne i costi, così come «non è chiaro nemmeno quello che sarà il destino delle strutture di Scoglio Olivi che non saranno adibiti all'attività cantieristica».
Il ministro delle finanze Zdravko Marić intanto ha ribadito che la disdetta della commessa per quattro navi del valore di 198 milioni di euro da parte del gruppo norvegese Siem potrebbe attivare le garanzie di 70 milioni di euro offerte dallo Stato per i prestiti accesi per la loro costruzione. «Ora si tenterà di salvare il salvabile - ha ribadito Marić - concordando con il committente almeno l'ultimazione delle due unità la cui costruzione è a buon punto».
Della disperata situazione della cantieristica si è discusso intanto ieri a Fiume in un incontro tra i componenti del comitato di crisi dello stabilimento di Cantrida e il direttore generale del Gruppo Uljanik Gianni Rossanda. A quest'ultimo e ai suoi collaboratori l'ex ministro delle finanze Slavko Linić non ha risparmiato pesanti accuse per aver portato la cantieristica istroquarnerina sull'orlo del baratro. In un'intervista rilasciata al Glas Istre, Linić afferma che la direzione non è stata in grado di attuare il piano di ristrutturazione che era parte integrante del processo di privatizzazione dei due cantieri: «Il piano - ha detto Linić - prevedeva la riduzione dei posti di lavoro nella produzione navale e l'avvio in parallelo di nuove attività che averebbero portato profitto. Ma nulla di tutto questo è stato fatto e ora i nodi sono venuti al pettine». —
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