Uljanik, cittadini in corteo con i lavoratori
POLA Si fa sempre più pesante la situazione dei due maggiori cantieri navali della Croazia, Scoglio Olivi di Pola e 3 Maggio di Fiume, che formano il gruppo Uljanik. Quella di ieri è stata la terza giornata dello sciopero dei 4.500 dipendenti, innescato dal mancato versamento dei salari di luglio.
A Pola la protesta ha assunto anche una connotazione politica. Oltre che contro la direzione aziendale, additata quale causa di tutti i mali dello stabilimento, sono comparsi striscioni e si sono sentiti slogan contro la Dieta democratica istriana, partito al potere nella regione, additata per un presunto piano occulto di ridestinazione dello stabilimento ad area turistico-alberghiera che cancellerebbe la tradizione cantieristica iniziata nel 1856.
Anche ieri i lavoratori hanno sfilato nel centro cittadino, in un corteo al quale hanno partecipato familiari e cittadini per un totale di tremila persone circa. Dapprima i manifestanti si sono soffermati davanti al palazzo municipale, dove però il sindaco Boris Miletić - forse fuori città - non si è fatto vedere; poi si sono recati davanti al palazzo della Regione dove il presidente Valter Flego è sceso in strada per incontrarli, ricevendo in risposta insulti e lanci di oggetti. La situazione non è degenerata grazie ai leader sindacali che hanno mantenuto calmi gli spiriti.
Al 3 maggio di Fiume si è continuato a scioperare nello stabilimento, in un’atmosfera particolarmente pesante. Il comitato di sciopero ha indetto per lunedì a Zagabria - nella piazza dove hanno sede governo e parlamento - un comizio di protesta, cui presenzieranno anche i lavoratori di Pola e il direttore del 3 maggio Maksimilijan Percan.
Intanto, all'incontro nella capitale tra il premier Andrej Plenković e alcuni ministri con la direzione dello Scoglio Olivi e l’imprenditore Danko Koncar, designato mesi fa a futuro partner strategico con la sua azienda per il rilancio dello stabilimento, non è emerso nulla di concreto. Il ministro del lavoro Darko Horvat ha dichiarato che Koncar non offre una prospettiva in base alla quale potrebbero venire garantiti i salari; stesso discorso per la direzione di Scoglio Olivi.
Koncar non è disposto ad aprire il portafogli finché il piano di ristrutturazione aziendale non riceverà disco verde da Bruxelles. Stando ai sindacati l’imprenditore non disporrebbe del capitale necessario: i propositi di rilancio dello Scoglio Olivi poggerebbero su crediti bancari che intende richiedere.
Secondo varie valutazioni lo spettro del fallimento per Scoglio Olivi è sempre più reale. Per il 3 maggio c'è qualche speranza di un futuro migliore: continuano a rincorrersi voci di un interessamento all’acquisizione da parte di due grosse realtà, una delle quali sarebbe Fincantieri. Ma in entrambi i casi si starebbe attendendo l’ok di Bruxelles al piano di ristrutturazione aziendale, ok che si fa attendere ormai da troppo tempo. —
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