Uljanik, cancellati i contratti per 4 navi
POLA. Nel momento in cui lo sciopero rientra dopo dieci giorni, con il versamento degli stipendi di luglio, un’altra tegola si abbatte sul Gruppo Uljanik (cantieri 3 Maggio di Fiume e Scoglio Olivi di Pola): il primo settembre i committenti hanno rescisso unilateralmente i contratti per la costruzione di quattro navi. Lo rende noto l'agenzia Hina, citando la direzione stessa dello stabilimento che ha informato in merito la Borsa di Zagabria. La motivazione indicata sta nell’impossibilità per il Gruppo di consegnare le unità entro i termini contrattuali.
I committenti sono la Automarine Transport delle Isole Cayman e la Siem Shipping (entrambe del Gruppo Siem), che avevano ordinato due unità ciascuna per il trasporto di automobili e camion. Una delle navi era in fase avanzata di costruzione, per la seconda i lavori erano stati interrotti, mai partiti quelli per le altre due. Facile immaginare come l’annullamento delle commesse lasci presagire scenari ancora più cupi per lo Scoglio Olivi di Pola, giacché verranno a mancare introiti indispensabili fra l’altro per rientrare dei debiti.
Immediata la reazione dei sindacati. «Perderemo tutto se non ci liberiamo dell’amministrazione di entrambi i cantieri», ha detto Juraj Solijć, rappresentante del sindacato metalmeccanici croati: «Qualcuno dai ministeri dell’Economia o delle Finanze deve intervenire ed entrare nel Consiglio di sorveglianza dei cantieri, questa situazione non è più normale».
In molti, quanto alle cause di quella che è sicuramente la più grave crisi della cantieristica istriana, puntano il dito sulla politica e sull'amministrazione cittadina di Pola. Ieri il sindaco di Pola nonché leader della Dieta democratica istiana Boris Miletić è intervenuto decisamente per smentire voci ricorrenti di cattiva gestione, invitando pubblicamente la Procura e l'Uskok (l'Ufficio contro la corruzione e la criminalità organizzata) a verificare la gestione di Scoglio Olivi e i rapporti tra la direzione e l'amministrazione municipale. Miletić ha attaccato poi Zagabria: «Il governo - ha detto - avrebbe potuto permettere il versamento dei salari appena iniziato lo sciopero», e «non solo dopo 10 giorni di agitazione, con intuibili devastanti effetti sulla situazione familiare dei cantierini. Sinceramente non capisco perché non l'abbia fatto». E proprio su questo aspetto, il quotidiano Glas Istre ha scritto di uno scontro tra i ministri dell'Economia Darko Horvat e delle Finanze Zdravko Marić in merito alle garanzie statali per il credito concesso dalla Banca postale croata grazie al quale poter versare gli stipendi.
Al “3 Maggio” di Fiume intanto il malcontento dei lavoratori non è sopito. La minaccia è quella di un nuovo sciopero: i lavoratori chiedono che lo stabilimento di Cantrida esca dal Gruppo Uljanik, e che venga restituito il prestito di 523 milioni di kune (circa 71 milioni di euro) concesso a suo tempo a Scoglio Olivi. —
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