Ue al voto sul rigassificatore Slovenia verso l’astensione

Mercoledì a Bruxelles si decide sui progetti energetici da finanziare in via prioritaria Ma Lubiana fa dietrofront dopo avere ribadito a Serracchiani il no all’impianto
Di Mauro Manzin

Per il rigassificatore nella baia di Zaule sono ore decisive. Mercoledì prossimo a Bruxelles infatti si deciderà se inserire la struttura di Trieste tra i progetti energetici che avranno priorità nell’attingere ai finanziamenti europei . Se il responso dovesse essere positivo a nulla servirebbe l’opposizione alla realizzazione dell’impianto fin qui pubblicamente professata dagli enti locali di Trieste e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, nonché le palesi ritrosie del Ministero dell’ambiente e la forte avversione di tutte le associazioni ambientaliste a livello transfrontaliero.

Ma anche la contrarietà fin qui manifestata da alcune municipalità della costa croata e dalla Slovenia. Già, la Slovenia. Ebbene mercoledì prossimo a Bruxelles Lubiana ha deciso di astenersi dal voto sul terminale di Zaule. La notiza trapela sul sito web della Rtv Slovenija che cita una conferma del ministro per l’Ambiente, Dejan Židan il quale ha ribadito che la Slovenia non parteciperà al voto anche se nella lista potrebbero entrare anche sette progetti molto importanti per il Paese ex jugoslavo del valore complessivo di 1,2 miliardi di euro.

Intervistato telefonicamente durante il telegiornale Židan ha voluto puntualizzare che «l’inserimento del progetto nella lista dei finanziamenti europei non significa affatto che lo stesso verrà realizzato e poi - ha aggiunto - il fatto che la Slovenia non parteciperà al voto nonostante ci siano in ballo sette importantissimi progetti nel Paese è un segnale molto forte, una vero e proprio schiaffo alla Commissione europea».

L’opinione pubblica in Slovenia resta perplessa dalla decisione presa. Solo 10 giorni fa, lo ricordiamo, il presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha ribadito nella sua visita a Lubiana la netta contrarietà alla realizzazione del rigassificatore di Zaule ribadendo nel corso della conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec che sia il Friuli Venezia Giulia sia la Slovenia puntano piuttosto su un rilancio della portualità e dei traffici marittimi per i quali i rigassificatori costituirebbero un pesante ostacolo. Anzi la stessa Serracchiani, a microfoni aperti, ha chiesto espressamente al ministro Erjavec un aiuto da parte di Lubiana per stoppare la realizzazione dell’impianto di Zaule a livello europeo. Ora la notizia che la Slovenia non si opporrà, ma resterà in silenzio. O Lubiana ha la certezza che Zaule non sarà inserita nella lista (il commissario Ue all’Ambiente è lo sloveno Janez Poto›nik) oppure, visti gli interessi in ballo, ha deciso di sposare il detto latino che «pecunia non olet».

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