Udine, notti a luci rosse con un politico di Fi
Tre noti professionisti udinesi sono indagati per l'ipotesi di favoreggiamento della prostituzione essendosi adoperati per procurare notti calde a un esponente nazionale di Forza Italia. Dopo diversi incontri politici a Udine, l'uomo aveva assicurata, dopo le cena, la compagnia di prostitute sudamericane e dell'Est, anche tre per notte. Tutto questo risulta in una inchiesta avviata dal sostituto procuratore di Trieste Raffaele Tito
UDINE Tre noti professionisti udinesi sono indagati per l’ipotesi di favoreggiamento della prostituzione essendosi adoperati per procurare notti calde a un esponente politico nazionale di Forza Italia. Dopo diversi incontri politici a Udine – tutti precedenti all’Election day di aprile – il politico aveva assicurata, dopo le cena, la compagnia di prostitute. Sudamericane e dell’Est, anche tre per notte.
Secondo l’ipotesi investigativa, l’imprenditore friulano Riccardo Di Tommaso, proprietario della linea d’abbigliamento Bernardi in tutto il mondo, finanziava gli incontri, l’avvocato udinese Massimiliano Basevi procacciava le prostitute (pare su Internet) anticipandone il pagamento e l’albergatore Franco Marini ospitava gli incontri nel suo hotel Là di Moret, il 4 stelle alle porte di Udine. Quindi Di Tommaso «rimborsava» l’avvocato, che fra l’altro è uno dei suoi consulenti legali. Tutto questo risulta in una inchiesta da qualche mese avviata dal sostituto procuratore di Trieste Raffaele Tito. Galeotta è stata una intercettazione telefonica «di sponda» (ovvero, non era lui l’intercettato) nella quale l’avvocato Basevi parlava di quegli incontri.
Sono quindi seguiti pedinamenti, interrogatori e altri accertamenti (anche telematici) da parte dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Trieste per mettere i tre indagati davanti al fatto compiuto: almeno in questa prima fase delle indagini, che hanno segnato l’invio delle informazioni di garanzia con l’invito a presentarsi all’interrogatorio.
L’inchiesta è ancora lontana dalla chiusura e la sospensione feriale dei termini ha di fatto bloccato la situazione in questa fase. A Udine, però, negli ambienti non soltanto politici, ma anche giudiziari, la notizia dell’inchiesta sta serpeggiando. Il Pm Tito si è mosso in aprile da un’inchiesta di natura fiscale e poi ha svolto gli accertamenti necessari a trovare conferma all’ipotesi del favoreggiamento della prostituzione, con i ruoli descritti: nelle contestazioni formali si fa cenno ad almeno cinque incontri a luci rosse in un periodo compreso fra il novembre 2007 e la fine di marzo di quest’anno, un momento politicamente molto caldo per il Friuli Venezia Giulia che in primavera con l’Election day doveva andare alle urne anche per scegliere se confermare il Governatore Riccardo Illy o cambiare dando fiducia a Renzo Tondo, che poi ha vinto e sta governando. Ed erano giorni caldi anche per Udine con la scelta del nuovo sindaco e del presidente della Provincia.
Tutto è nato da quell’intercettazione e nei loro interrogatori i tre indagati hanno offerto la propria ricostruzione dei fatti, rispondendo alle domande del magistrato inquirente.
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