Ucraina nel caos: è strage. L'Ue approva le sanzioni

Negli scontri di piazza decine di morti e centinaia di feriti. Le forze governative sparano addosso alla folla. Duro monito Usa, riunione straordinaria dei ministri degli esteri europei
epa04087890 Protesters hold shields as they clash with riot police during on-going anti-government protests in downtown Kiev, Ukraine, 19 February 2014. Twenty-five people were killed and 351 injured during violent clashes on 18 February, the Health Ministry said, as on-going protests, which began in November after Ukrainian President Viktor Yanukovych backed away from a trade agreement with the EU in favour of a 15-billion-dollar loan from Russia, continued. EPA/SERGEY DOLZHENKO
epa04087890 Protesters hold shields as they clash with riot police during on-going anti-government protests in downtown Kiev, Ukraine, 19 February 2014. Twenty-five people were killed and 351 injured during violent clashes on 18 February, the Health Ministry said, as on-going protests, which began in November after Ukrainian President Viktor Yanukovych backed away from a trade agreement with the EU in favour of a 15-billion-dollar loan from Russia, continued. EPA/SERGEY DOLZHENKO

L’Ucraina sprofonda nel caos. Anche oggi nella capitale infuria un'aspra battaglia, con le forze governative che ormai non esitano più a sparare addosso alla folla.

Dopo le decine di morti negli scontri di piazza a Kiev l’Ue ha decretato sanzioni contro i responsabili della repressione in una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri convocata a Bruxelles. E anche il presidente americano Barack Obama ha usato toni di dura condanna nei confronti del regime.

Oggi i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia sono volati a Kiev per valutare di persona la situazione. Il capo della diplomazia russa, Serghei Lavrov, ha chiesto loro di usare la vicinanza dell’Ue per convincere l’opposizione a dialogare con le autorità di Kiev. In meno di 48 ore, dopo lo sgombero di alcuni edifici pubblici occupati e l’entrata in vigore dell’amnistia per poco più di 200 oppositori, la capitale ucraina è finita nel sangue. E il governo ha lanciato «un’operazione antiterrorismo in tutto il Paese», alla quale è pronto a partecipare anche l’esercito. «In molte regioni del Paese sono stati occupati edifici governativi, commissari di polizia, uffici della sicurezza, uffici del ministero dell’Interno e delle procure, dell’esercito e depositi di armi.

Aule giudiziarie sono state date alle fiamme, appartamenti privati sono stati vandalizzati, cittadini pacifici sono stati uccisi», ha spiegato il capo dell’agenzia per la sicurezza di Kiev, Oleksandr Yakimenko, aggiungendo che tutto questo «è dimostrazione di una escalation di violenza con uso delle armi da parte di gruppi estremisti». E dopo l’annuncio dell’operazione antiterrorismo, il presidente Viktor Yanukovich ha rimosso il capo di Stato maggiore dell’esercito, generale Volodymyr Zamana. In un comunicato in cui non sono spiegati i motivi della decisione si legge che al posto di Zamana è stato nominato Yuri Iliin.

Barack Obama ha condannato le violenze «nei termini più forti». Parlando a margine di un incontro in Messico il presidente americano ha minacciato conseguenze se l’escalation continuerà. Obama, secondo il quale il «governo ucraino è il principale responsabile delle violenze», ha anche avvertito che l’esercito «non dovrebbe entrare» nella crisi. Il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso ha chiamato Yanukovich per esprimergli tutto il suo «sgomento» e lo «choc» degli scontri a Kiev. Barroso ha chiesto «un’immediata fine delle violenze e ha condannato fermamente l’uso della forza per risolvere la crisi politica», richiamando «la specifica responsabilità del governo ucraino per evitare la violenza e rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali». Inoltre, Barroso ha riferito a Yanukovich che, rimanendo pronta ad assistere e a facilitare il processo di soluzione pacifica della crisi, l’Ue «reagirà fermamente al deteriorarsi della situazione».

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