Ucraina, dieci tonnellate di aiuti da Trieste
«È uno dei più importanti convogli umanitari che abbiamo ricevuto dal vostro Paese. Ringraziamo tutta la vostra gente; viva l'Italia, viva Trieste». Queste le prime parole con cui Inna Achkasova, fra le coordinatrici dell'associazione Kharkiv Station, ha accolto nei giorni scorsi l'autotreno di 14 metri partito da Fernetti e arrivato nelle regioni orientali dell'Ucraina. Dieci tonnellate di aiuti: è questo il quantitativo che @uxilia, la onlus regionale, e City Sport, settimanale locale, sono riusciti a far giungere a destinazione in un territorio martoriato da quasi un anno di guerra.
Grazie all'intervento economico diretto di decine di aziende (e privati) locali è stato possibile contribuire alle spese di spedizione del convoglio. Un viaggio lungo tre giorni, fino a Kiev, dove è avvenuto lo sdoganamento e dove il materiale è stato poi trasferito su altri mezzi, che hanno raggiunto prima Dnipropetrovsk, nella parte centrale del Paese, e poi Kharkiv, la seconda città ucraina, un milione e mezzo di abitanti a una quarantina di chilometri dal confine russo e a un centinaio dalla zona "Ato", Anti Terrorist Operation, acronimo sotto il quale si cela una vera e propria guerra.
Nelle dieci tonnellate partite da Trieste c'era di tutto: 40 letti per ospedali, sia fissi che mobili, finiti per lo più nel grande centro traumatologico di Kharkiv dove vengono curati fra gli altri molti civili feriti nel vicino Donbass. E poi arredi ospedalieri, armadi, comodini, sedie a rotelle, protesi di ogni tipo; e ancora vestiti per adulti e bambini, materiale paramedico, creme, assorbenti, camici per medici e infermieri e giocattoli per alleviare il dolore psicologico delle vittime più inermi: i bambini.
Oltre al nosocomio della seconda città ucraina è stata abbondantemente rifornita di materiale anche l'associazione Kharkiv Station che rappresenta il centro logistico dove almeno 400 rifugiati si recano ogni giorno da Donetsk, Lugansk e Debaltsevo, cioè dall'inferno della guerra, cercando riparo, viveri e conforto e restando in fila all'aperto, di mattina presto, con 10 o 15 gradi sotto zero. Ed è qui che da una settimana, grazie all'iniziativa congiunta di @uxilia, City Sport e del "riminese" Vitaliy Maydanyuk, che ha curato l'organizzazione logistica della spedizione, non sventola solo la bandiera gialla e azzurra dei campi di grano e del cielo di Kiev ma anche il tricolore italiano in segno di riconoscenza per quel che il nostro Paese (e Trieste in primis) ha fatto per il martoriato popolo dell'Ucraina orientale.
Non solo: grazie all'intervento diretto di Viktoria Milutina e Andriy Taube, volontari di un'altra associazione di Kharkiv, e assieme a personale triestino giunto appositamente sul posto, diversi quintali di aiuti sono stati consegnati ad Artyomovsk, praticamente sul fronte.
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