ucina: in Dalmazia al top cernia dorata e dentice

Singolare e discussa classifica a Fiume sulle preferenze a tavola e in barca. Al terzo posto il tonno, seguito dal pesce spada

FIUME. Uno dei temi più ricorrenti nelle località di mare, e non solo, riguarda i pesci più pregiati, le tecniche di pesca, le emozioni che si provano nel catturarli. È così anche in Croazia dove il portale web specializzato, www.Podvodni.hr, ha voluto promuovere un sondaggio chiedendo ai pescasportivi, anche a quelli professionisti, la classifica dei pesci facendo una graduatoria della squisitezza delle loro carni, delle sensazioni che ti dà la cattura e del grado di difficoltà legato a quest’ultima. La graduatoria finale, dopo le migliaia di mail che hanno bombardato Podvodni.hr, ha stabilito che il pesce numero uno è la cernia dorata o “dotto”, con la media voto di 9,31 punti. Al secondo posto si è classificato il dentice (9,03), seguito dal tonno (8,80), dal pesce spada (8,64) e la ricciola (8,62). La giuria ha messo a disposizione dei votanti ben 44 specie, in pratica quelle maggiormente conosciute, comprese sardelle, acciughe, sgombri e lanzardi, ossia anche rappresentanti del pesce azzurro, oltre al tonno. La bontà delle carni ha visto prevalere il pesce San Pietro, impostosi con 9,14 punti sulla scala che dava ai partecipanti la possibilità di votare da 1 a 10. Seconda piazza per la cernia (8,92) e terza per lo scorfano rosso (8,86). Nella graduatoria dei primi 10, ecco i vari branzino, dentice, rana pescatrice, orata, sogliola, sarago e infine il tonno. In fondo alla graduatoria si è piazzata la murena (4,76 punti). Interessante rilevare come la triglia di scoglio, sempre molto ricercata in pescherie e ristoranti, abbia dovuto accontentarsi del 15mo posto. In riferimento alle emozioni provate durante la pesca di una data specie, ad affermarsi è stato il tonno con media voto molto alta: 9,54. Il podio è costituito poi da cernia dorata (9,52) e dentice (9,48), seguiti via via da ricciola, pesce spada, leccia, branzino, orata, palamita e pagro. Sul fondale della classifica c’è la menola (sardelle e acciughe sono out perché ritenute prede non sportive), bocciata con voto 3,22. La valutazione ha infine classificato il grado di difficoltà nella pesca delle varie specie. La cernia ha sbaragliato il campo (9,49), battendo nell’ ordine pesce spada (9,39) e dentice (9,06). La top ten comprende quindi tonno, ricciola, San Pietro, leccia, pagro, branzino e orata. Anche in questo caso la menola si è meritata la maglia nera, con la media che si è attestata su 2,58 punti. I risultati dell’ indagine stanno già alimentando discussioni a non finire tra gli addetti ai lavori e non potrebbe essere diversamente.

Andrea Marsanich

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