Uccise mamma e papà, al via il processo
SPALATO. Si aprirà il 7 febbraio al Tribunale regionale di Zara il processo a carico di Tin Šunjerga, diciannovenne di Cista Provo (contea di Spalato) accusato di avere ucciso a colpi di pistola entrambi i genitori. La data è stata fissata nell’udienza preliminare svoltasi a porte chiuse, con l’accusato sorvegliato a vista da un ingente spiegamento di forze dell'ordine.
Si dà per scontato che anche il processo avverrà a porte chiuse per tutelare la dignità delle famiglie dei due genitori freddati da Tin nel pomeriggio di sabato 25 marzo 2017: una vicenda che ha scosso fortemente l'opinione pubblica di tutta la Croazia. Nulla si è saputo di quanto emerso nell'udienza preliminare perché l'avvocato d'ufficio di Šunjerga, Karlo Surić, ha spiegato - data la delicatezza del caso – di dover rispettare la consegna del silenzio imposto dalle autorità giudiziarie. Il legale ha però voluto smentire quanto apparso su vari media croato, secondo i quali Tin sarebbe stato volutamente dimenticato dai parenti dopo l'accaduto. Il diciannovenne rischia fino a 50 anni di reclusione per il reato di duplice omicidio aggravato da accertata vendetta. Se il reato sarà riqualificato e risulterà meno grave, il giovane rischia 20 anni di carcere per ciascun assassinio, e dunque 40 anni di reclusione.
«Non è vero che il mio assistito sia rimasto solo – ha detto Surić – diversi parenti lo hanno contattato regolarmente nel penitenziario di Sebenico, da dove è stato poi trasferito nel carcere giudiziario di Zara. La Corte suprema della Croazia ha voluto che il processo si svolga a Zara poiché diversi magistrati sebenzani hanno partecipato all'inchiesta».
Dieci mesi fa, l'allora allievo di una scuola media superiore di Sebenico si era impossessato della pistola d'ordinanza del padre, agente della Polizia speciale di Spalato, prelevandola dalla cassaforte della famiglia residente nel piccolo abitato di Cista Provo, nell'entroterra di Spalato. Tin aveva atteso la madre Silvana, 46 anni, che stava rientrando da lavori in un campo vicino, uccidendola con un colpo alla testa mentre si trovava alla guida della sua auto. Erano circa le 16. Suppergiù un'ora e mezza più tardi il giovane era arrivato a casa: nell’autorimessa il padre stava facendo dei lavori. «Ho atteso che papà si voltasse – ha confessato Tin – e poi gli ho sparato al capo da una trentina di centimetri». Dopo il duplice omicidio il giovane si era recato a una festa tra amici e poi si era dato alla fuga, in quanto la polizia, allerta, aveva rinvenuto i due cadaveri. Era stato fermato dopo un inseguimento durato ore. Al suo avvocato ha raccontato mesi fa di avere ucciso mamma e papà perché sotto costante pressione, con i genitori che lo criticavano per i voti a scuola e la compagnia che frequentava. «Dovevo ucciderli per liberarmi da questo peso», ha raccontato allegale e agli inquirenti.
Riproduzione riservata © Il Piccolo