Uccisa dal venditore di aspirapolvere

Sembrava un tragico incidente. Una “banale” fuga di gas che aveva provocato la morte di un’anziana che viveva da sola. Ma quella fuga di gas era lo stratagemma di un assassino che voleva nascondere la sua colpa provocando il crollo dell’intero stabile, in modo da seppellire le prove sotto un cumulo di macerie. E pazienza se qualcun altro ci avrebbe rimesso la pelle. Il palazzo, fortunatamente, non è esploso. E Nerina Zennaro Molinari, la vittima di 87 anni, ha almeno trovato giustizia.
Il corpo senza vita Tutto inizia la mattina del 22 gennaio quando il corpo senza vita dell’anziana, molto attiva nonostante l’età, viene trovato sul pavimento del corridoio della sua abitazione, un appartamento al primo piano della stabile, che si trova in via Puccini 32. A dare l’allarme è la badante che, come tutte le mattine, va ad assistere la signora Nerina. Suona il campanello dell’alloggio in maniera sempre più insistente, poi si mette a bussare ripetutamente, ma nessuno risponde. Preoccupata chiede aiuto. Arrivano i vigili del fuoco che forzano la porta d’ingresso. Dentro, riversa nel corridoio, trovano l’anziana senza vita. In casa tutto è perfettamente in ordine. Ma solo all’apparenza. Già dai primi accertamenti effettuati dagli investigatori della Squadra mobile emerge la mancanza di alcuni oggetti tra cui un paio di chiavi e il pomello che comanda il fuoco del fornello della cucina economica.
Le indagini Gli investigatori, coordinati dal pm Cristina Bacer, seguono svariate piste. E arrivano, nelle ultime ore, al colpevole: l’assassino è Tiziano Castellani, 42 anni, nato a Pordenone, residente per un periodo a Udine e infine a Trieste, ex rappresentante di aspirapolvere Vorwerk Folletto dimessosi tre anni fa, dopo una serie di truffe messe a segno ai danni di anziani. Castellani, sempre secondo il pm, è andato nell’appartamento di Zennaro Molinari e l’ha uccisa colpendola con un battitappeti fino a spaccarle la schiena. Senza pietà. Il movente? Derubare l’anziana dei pochi soldi che teneva in casa.
La svolta Ad inchiodare l’assassino sono gli oggetti che gli investigatori della Mobile trovano nell’abitazione di Castellani in via del Lavareto 3. E cioè le chiavi dell’appartamento dell’anziana, la sua fede nuziale, il suo bancomat e persino un breviario che contiene un santino con il nome scritto di proprio pugno da Nerina. Ma sull’ex rappresentante di aspirapolveri, come si scopre, già da qualche settimana c’erano fondati sospetti derivanti dell’analisi dei tabulati del telefono dell’anziana. Il numero del cellulare di Castellani compare infatti nella memoria una, due, tre volte... Tante quante le telefonate che ha fatto nei giorni precedenti all’omicidio a Nerina, una ex cliente che in passato gli aveva acquistato un aspirapolvere Folletto, allo scopo di convincerla a riceverlo. Stavolta, Castellani vuole farle comprare il battitappeti con cui poi l’ha uccisa.
Le accuse Da lunedì sera, dopo l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Luigi Dainotti su richiesta del pm Bacer, l’ex rappresentante è in carcere al Coroneo. È accusato di omicidio aggravato, rapina e tentativo di disastro. Una definizione del Codice, quest’ultima, che indirettamente indica la tentata strage: Castellani aveva infatti l’intenzione di provocare un’esplosione devastante per cancellare le prove dell’omicidio. Cosa abbia fatto emerge chiaramente dalla ricostruzione degli investigatori della Squadra mobile. Dopo aver colpito la donna con il battitappeti, fino ad ucciderla, ha pulito tutta la casa cercando di eliminare le sue tracce. Ha addirittura spazzato il pavimento togliendo i frammenti dell’elettrodomestico. Poi ha ricostruito la scena per inscenare il finto suicidio di Nerina. Ha tagliato il tubo del gas e, dopo aver aperto una manopola, l’ha tolta dalla propria sede bloccando la vite con una forchetta presa da un cassetto della cucina. Ha quindi chiuso le finestre e se n’è andato portando via le chiavi con cui ha bloccato la porta dall’esterno e circa 200 euro in banconote.
La tentata strage Ma la fortuna non l’ha aiutato. Dopo qualche ora alcuni inquilini dello stabile hanno chiamato i vigili del fuoco preoccupati per l’odore di gas che si sentiva sulle scale. Nel timore di una perdita i tecnici dell’AcegasApsAmga, giunti nel frattempo, hanno chiuso la valvola condominiale del gas e interrotto l’erogazione. Evitando un disastro. Il giorno dopo la scoperta del cadavere. Il medico legale Fulvio Costantinides, nel primo sopralluogo, non aveva trovato segni di violenza. Perché, come si è saputo solo dopo l’autopsia, i colpi sferrati con il battitappeti avevano danneggiato gli organi interni e fratturato le vertebre. Da fuori non si vedeva nulla. Sembrava “solo” la morte di un’anziana uccisa dal gas.
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