Uccide tre familiari, poi si toglie la vita
ZARA Dapprima ha sorseggiato tranquillamente un caffè in un bar nelle vicinanze della sua abitazione a San Cassiano (Sukošan), località rivierasca a un paio di chilometri a sud–est di Zara. Quindi - erano le 7 del mattino - Cedomir Keran, 62 anni, si è diretto verso la casa dove viveva assieme alla sorella, Danica, di due anni più vecchia, e ha ucciso la donna con un corpo contundente. Ha puntato poi verso il figlio maggiore della sorella, il nipote di 37 anni, ammazzandolo mentre si trovava ancora a letto. Con lo stesso corpo contundente (la polizia non ha rivelato di quale arma si trattasse), Keran è infine entrato nella stanza della suocera di sua sorella, una donna di 80 anni, colpendola più volte e uccidendola.
Compiuto il massacro, il 62enne è uscito ed è andato dal suo migliore amico per raccontargli quanto aveva appena fatto.
È salito poi in sella alla sua moto e si è diretto nei campi di sua proprietà, poco alle spalle di San Cassiano. Con sé ha portato un fucile, si è messo un cappio al collo e si è sparato morendo all'istante, con il corpo senza vita che è rimasto a penzolare da un albero. Un gesto che rivela come l’uomo volesse essere sicuro di togliersi la vita.
La strage avvenuta nella tranquilla località dello Zaratino ha naturalmente scioccato gli abitanti del posto, che conoscevano bene sia Keran che i tre parenti uccisi. «Non ci posso credere – ha detto un uomo del posto, contattato dai giornalisti e che ha voluto mantenere l'anonimato – Cedomir era un uomo normale, tollerante, non aveva mai avuto guai con la giustizia. Nessuno avrebbe potuto prevedere una tragedia così orribile. Sì, in passato i quattro avevano litigato per questioni di natura patrimoniale, c'erano stati anche strascichi giudiziari, ma non si poteva neanche lontanamente immaginare un simile epilogo».
La polizia ha transennato la casa della strage, setacciata a fondo per cercare indizi utili a scoprire i motivi che hanno causato l'agghiacciante episodio, che ha avuto vasta eco non solo a Zara e dintorni, ma in tutta la Croazia. In base a voci ufficiose, Keran avrebbe lasciato una lettera d'addio in cui si è rivolto ai propri familiari spiegando le cause che hanno portato al terribile fatto di sangue.
Non si sa nulla sui contenuti della missiva, ma agli inquirenti è apparso subito chiaro come l’omicida-suicida avesse pianificato la strage nei dettagli, e probabilmente da tempo. Si è venuto a sapere intanto che tra l'uomo e sua sorella c'erano ruggini legate alla proprietà della casa in cui i due vivevano assieme. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo