Ubis: «I pericoli esistono solo senza accordo sindacale»

Il direttore generale Schiattarella: «Dal 2 aprile il passaggio di 87 dipendenti alla nuova società Abas. Per ora niente contratto bancario e niente garanzie»
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 28/12/12 - Via Pellico, Presidio Lavoratori UBIS Unicredit
Lasorte Trieste 28/12/12 - Via Pellico, Presidio Lavoratori UBIS Unicredit

«Senza un accordo sindacale finiamo male tutti». Massimo Schiattarella, 49 anni, direttore generale di Ubis (Unicredit Business Integrated Solutions), parla facendo spesso ricorso all’inglese più che alla lingua di Dante. E in caso di mancato accordo profetizza un girone infernale per i 87 dipendenti di Ubis di Trieste (la società del gruppo Unicredit che opera nelle fatturazioni) che, dal 2 aprile, saranno traghettati all’Abas (Accenture Backoffice Administration Services), la nuova società nata da una joint venture tra Unicredit (49%) e Accenture (51%).

Il passaggio è cosa fatta. Irreversibile. Un’«outsourcing» all’interno del progetto “Newton” di Unicredit che a Trieste però parte con il piede sbagliato. Senza uno straccio di accordo sindacale. I lavoratori, dopo una tormentata vertenza lunga mesi, hanno diffidato i sindacati a sedersi al tavolo della trattativa. E quindi i lavoratori rischiamo di trovarsi “nudi” alla meta senza contratto bancario e senza garanzie di rientro in Unicredit. «Non capisco tutte queste resistenze. Non c’è nessun accanimento contro Trieste. I lavoratori andranno a lavorare col Real Madrid o il Barcellona, mentre ora stanno nell’Udinese o al massimo nella Fiorentina», attacca Schiattarella.

Il 2 aprile si parte in ogni caso. «Gli atti notarili sono stati conclusi. Abbiamo creato questa joint venture. È una società che nasce sulle attività operative dedicate al mondo dell’invoice management (fatturazione) che al secondo anno di esercizio operativo allargherà la sua attività anche all’order management (la gestione di ordini di acquisto)».

E che significa?

Un’ulteriore garanzia occupazionale per i lavoratori. La dimostrazione che nella nuova società trasferiamo più attività che risorse umane.

«Più lavori che culi» come disse al Teatro Miela...

Esatto. Non ci sarà una crisi occupazionale in Abas. Anzi, è prevedibile che ci saranno assunzioni già dal prossimo anno. Le nuove attività potrebbero equivalere al lavoro di altre 20 persone.

Era proprio necessario esternalizzare gli 87 lavoratori impiegati a Trieste?

La nuova società non è un semplice outsourcing (esternalizzazione) di un ramo di azienda. Con Accenture costruiamo una società assieme. Unicredit rimane dentro con una percentuale del 49%.

E perché non il 51%?

Se fossimo stati noi al 51% non avremmo mai trovato un partner industriale. Nessuno si prende il 49% di una società.

I lavoratori si trovano però con un altro datore di lavoro che non è più Unicredit...

Questo è vero. Ma il fatto che Unicredit rimanga al 49% è una garanzia.

Qual è il senso di questa joint venture?

I numeri di Unicredit sono già notevoli. Abbiamo un numero di fatturazione elevato. La joint venture vuole sviluppare questa attività. Per esempio, nella precedente joint venture, si è scelto di offrire i servizi anche ad altri soggetti sul mercato.

D’accordo. Resta il fatto che un dipendente Unicredit diventa dipendente di un’altra società...

E qual è il problema? Questa società è molto meglio. Il partner Accenture ha dimensioni superiori a quelli del gruppo Unicredit stesso. È leader di mercato in questo settore in Italia e in Europa. Per essere chiari, brutali, non stiamo facendo una joint venture con “pizzi e fili”. Stiamo parlando di joint venture con Hewlett-Packard, Accenture, Ibm. Partner tecnologici a livello mondiale

Come dicono i sindacati: “Esternalizzare i lavori significa dare in appalto l’attività di licenziamento”.

In questo caso è vero il contrario. Quello sindacale è il vero problema di questo progetto. I lavoratori della sede di Trieste hanno sostanzialmente diffidato il sindacato a sedere al tavolo per trovare un agreement (un accordo) con l’azienda. Quindi si parte con il regime del codice civile 2112. Oggettivamente negativo per i lavoratori...

In che senso?

In assenza di un accordo sindacale non possiamo, per esempio, assicurare l’applicazione del contratto bancario ai lavoratori.

Nel caso di un accordo sindacale invece?

Succederebbe quello è avvenuto nel maggio 2012 con la creazione della joint venture con HP (Hewlett-Packard) per l’ottimizzazione dei processi di Payroll e Human Resources (retribuzioni e gestione della formazione). Stesso modello di quella con Accenture (51% HP e 49% Unicredit).

Che accordo siglò allora il sindacato?

Con HP è stato siglato un accordo di 15 anni che prevede l’applicazione del contratto bancario per tutti i lavoratori coinvolti. Un punto fondamentale, mi creda. Il contratto bancario è quello più garantista a livello nazionale: non prevede la cig e neppure la mobilità. Inoltre l’accordo prevede garanzie occupazionali obbligatorie per 5 anni per il gruppo Unicredit. Per gli altri 10 anni, la garanzia c’è nel caso la crisi sia determinata da Unicredit come nel caso della disdetta del contratto di servizio.

Questo modello potrebbe valere anche per Abas?

Il modello sarebbe identico. Accenture non ha nessun problema ad assicurare il contratto bancario ai lavoratori di Abas. Per questo i lavoratori dovrebbero “abilitare” i sindacati a sedersi al tavolo. Il contratto bancario varrebbe per l’intera durata del contratto (15 anni). E forse anche dopo.

Ma perché non volete assicurare la garanzia di rientro nel gruppo?

Il “collegamento societario” non è stato mai concesso nella storia di Unicredit. I dipendenti devono essere dipendenti di Abas se vogliamo che Abas sia competitiva sul mercato. Nessun partner accetterebbe di avere dipendenti a mezzo servizio che hanno la sicurezza di poter tornare a casa.

E quindi?

Il modello è quello della joint venture con HP: contratto bancario, primi 5 anni di garanzia occupazionale assoluti e negli altri 10 nel caso che la crisi occupazionale sia causata da Unicredit. Non vedo grandi rischi per i lavoratori. Probabilmente stiamo parlando di una garanzia di 15 anni con un’età media dei lavoratori che sfiora i 50 anni. Tutti garantiti fino alla soglia del pensione. Cosa altro serve per far sedere i sindacati al tavolo?

Viva il sindacato, insomma?

Nella storia di Unicredit il sindacato ha scritto pagine importanti. È un’istituzione prevista dalla Costituzione. È meglio avere un cattivo sindacato che non avere nessun sindacato. Meglio un cattivo accordo che nessun accordo. In questo caso si tratterebbe di un accordo tutt’altro che cattivo.

Il 2 aprile come partono i lavoratori di Abas?

Dalle mie parti si dice “Jirsene cu ’na mana annanze e n’ata arreto”. Letteralmente: andarsene con una mano davanti e una di dietro. Ovvero passare ignudi. Nudi. In assenza di accordo sindacale, c’è il rischio che restino senza garanzie occupazionali, senza contratto bancario, senza benifit bancari, senza un fondo di previdenza. Mi sembra autolesionismo puro.

In ogni caso resteranno a Trieste i lavoratori?

Nel caso dell’accordo sindacale chiuso con HP è prevista la permanenza nella città di provenienza. Quelli di Milano rimangono a Milano, quelli di Vienna a Vienna, quelli di Monaco restano a Monaco...

Non si sposta nessuno...

No. Potrebbe cambiare il building. Ovviamente nell’ambito del perimetro cittadino.

Traduciamo: cambiare edificio, ma non città.

Esattamente. Senza l’accordo sindacale, però, c’è potenzialmente il rischio di finire in un’altra città.

Bisogna, allora, chiudere questo accordo sindacale?

Mi scusi se insisto. Facciamo questo accordo. Possono fare causa lo stesso, anche con l’accordo chiuso. È un bene per tutti.

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