Tv in camera e aria di mare a turno: la quarantena al Lazzaretto di Muggia

La struttura attualmente ospita nove malati tra i 50 e i 75 anni, ma la disponibilità totale è di 32 posti

MUGGIA L’operatore socio-sanitario deposita il pasto sulla sedia di fronte alla porta della stanza. Bussa e si allontana. Il paziente Covid-19 lo ritira. C’è un breve scambio di battute a distanza e poi la porta si richiude. Funziona così “l’albergo sanitario” del Lazzaretto, a Muggia, d’estate luogo di villeggiatura dei militari, ora adibito a spazi per i pazienti Covid-19 che necessitano di trascorrere la quarantena lontano da casa. La struttura è stata individuata a fine febbraio dalla Protezione civile ed è stata resa operativa il 9 marzo con i primi due ospiti. Oggi sono nove, tra i 50 e i 75 anni, provenienti anche da fuori Trieste, su 32 posti disponibili.

La quarantena con vista mare nei dieci bungalow ospitati a Muggia

Dall’apertura sono state comunque già “dimesse” cinque persone che avevano concluso il periodo di malattia o di sorveglianza, che solitamente è di circa tre settimane. La struttura è gestita dal Distretto 3, con la direttrice Ofelia Altomare, mentre per la sorveglianza sanitaria ricade sotto la responsabilità del dipartimento di Prevenzione. Ospiti e staff si vedono a malapena, da lontano, durante le boccate d’aria ma si sentono costantemente al telefono, grazie anche ai cellulari messi a disposizione dalla Protezione civile.

Ancora uno spazio nella struttura di Muggia
Ancora uno spazio nella struttura di Muggia

C’è tutto un team – «che lavora grazie a un perfetto gioco di squadra», sottolinea Altomare - che ruota attorno alla quotidiana routine che ormai da tre settimane ha preso piede all’interno del presidio militare. Ventiquattro ore su ventiquattro sono presenti a rotazione cinque operatori socio-sanitari che hanno diversi compiti da svolgere: preparare le richieste di pranzi e cene degli ospiti, compilare la relativa documentazione, telefonare più volte al giorno ai pazienti, riordinare le stanze, coordinare le pulizie che avvengono due volte alla settimana. Ci sono poi gli infermieri del Distretto 3 che si occupano dei tamponi mentre i medici sono disponibili per qualsiasi necessità, come ad esempio la prescrizione di una ricetta.

«Abbiamo anche il supporto del 118 per eventuali valutazioni, così anche dei medici della Continuità assistenziale - afferma Altomare -: insomma, abbiamo attivato una copertura sanitaria completa. E poi c’è la Protezione civile che ci aiuta in tutto e ci ha procurato una ditta per la manutenzione della struttura. Operativa è anche la Croce rossa italiana. La grande disponibilità del corpo militare ha permesso infine di creare un presidio funzionale che garantisce oltre alla sicurezza anche la qualità del contesto di accoglienza». Disponibile per i pazienti c’è infine una psicologa del Distretto, che supporta i pazienti, se necessario, con un colloquio telefonico. Tra gli ospiti al momento presenti c'è il 54enne Lung Pintea, rumeno ma residente in Fvg che, contagiato sul posto di lavoro da alcuni colleghi, è stato ricoverato lo scorso 8 marzo all’ospedale di Udine. Valutata la sua situazione clinica, in progressivo miglioramento, è stato trasferito a Muggia il 12 marzo. «A casa ho contagiato quasi tutti ed eravamo in troppi – spiega -: quattro figli, di cui uno solo risultato negativo al tampone, mia moglie e mia suocera».

Lung Pintea
Lung Pintea

«Qui mi trovo molto bene – prosegue -, ogni giorno mi vengono fornite quattro proposte di menù, composto da primo, secondo, contorno, frutta e grissini. Vengono recepite le nostre esigenze alimentari: ad esempio, devo mangiare spesso perché in seguito a due operazioni negli anni scorsi mi hanno tolto lo stomaco e la cistifellea».

Ciascuna camera, composta da letto, cucina e bagno, è fornita di tv. La giornata tipo? Pintea, che sta attendendo l’esito del quarto tampone (i tre precedenti sono risultati tutti positivi), risponde così: «Ogni giorno riceviamo il quotidiano, poi sento i miei parenti, guardo su Youtube le messe della mia comunità cristiano-evangelica e ascolto il tg. Mi sento molto meglio, anche perché qui possiamo a turno uscire nel giardino sul mare con la mascherina: basta avvisare quando si esce e si entra». —

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