Tutto quello che la scuola può insegnarci
Dobbiamo tutti un augurio a studenti, insegnanti e personale della scuola. E una testimonianza, di fiducia: nel loro essere cittadini consapevoli, capaci di dimostrarci che una sfida la si può affrontare anche quando intorno c’è troppa confusione, approssimazione, ipocrisia e indifferenza mascherate magari da un eccesso di concitata attenzione. Dimenticata per mesi e mesi, la scuola diventa lo spartiacque di un’effettiva ripartenza non dopo ma ancora durante l’emergenza Covid.
I ragazzi confinati nel vuoto delle loro case o costretti a imparare a distanza, poi individuati come untori estivi nel momento in ci hanno riallacciato relazioni spezzate, secondo molti dovrebbero veder ancora sospeso il loro diritto a un’istruzione e a una crescita, individuale e sociale. Il tutto mentre fabbriche e uffici sono tornate a riempirsi, bar e ristoranti come le vie che li ospitano sono tornati ad affollarsi, sui treni (quando e dove ci sono) si sale, si viaggia e l’ipotesi di un nuovo lockdown totale è rifiutata anche dal più integralista degli infettivologi e non solo da imprenditori piccoli o grandi ed economisti.
Forse è meglio che affidiamo alle generazioni più giovani, persino ai più piccoli insieme a chi per lavoro e per scelta li accompagna in questo cammino, il compito improbo di spiegare a una società confusa e sofferente ma anche angosciatamente egoista il significato di convivere con il virus. Sapendo che il rischio zero non esiste né l’ipotesi di un liberi tutti di fare tutto. Ovvero il nostro destino a breve: dentro le regole, cercando di affinarle mentre le si rispetta. Proviamo a credere in loro, nel loro senso di responsabilità in formazione, nel loro desiderio di fare la propria parte e non di essere messi in disparte per proteggere un po’ di più solo noi stessi.
Scommettiamo che sapranno dimostrarsi molto più affidabili e disciplinati di molti adulti? Che sapranno misurarsi la febbre al mattino anche da soli e tenere qualche distanza? Che ci sorprenderanno come quando maneggiano strumenti digitali con molta più intuizione e dimestichezza di noi Peter Pan che mettiamo le rotelle ai loro banchi, incerti e impazienti? Tocca anche a loro, sì: in bocca al lupo e grazie.
Non andrà tutto bene, no: i problemi ci saranno e le paure anche, è la vita, quella di oggi. Ma diversamente andrebbe molto peggio: rimandandoli non a settembre ma a un mai più, per consentire a noi di restare con un pensiero in meno affaccendati nelle nostre irrimandabili cose.
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