Tutti in fila a Trieste per il film di Salvatores
Figli minorenni a fianco di genitori in formato manager, tutti in fila per un posto da figurante nel nuovo film di Gabriele Salvatores previsto a Trieste. Una opportunità che intriga, in nome del fascino del regista e delle possibili prospettive economiche che scaturirebbero da svariate settimane sul set da allestire a breve tra il Porto Vecchio e zone del centro cittadino come Cavana e Cittavecchia. Quanto basta per catalizzare ieri centinaia di aspiranti comparse a Trieste, nella sede della Film Commision Fvg in Piazza Duca degli Abruzzi, teatro della ennesima tornata del casting promosso in tutta la regione dalla sigla Galaxia, a caccia di volti, profili e muscoli da esibire all'interno della saga fantasy de “The invisible boy”, titolo provvisorio della nuova pellicola targata Gabriele Salvatores.
Una selezione questa volta dai tratti esotici, letteralmente, disegnata sulla ricerca di molti bambini e qualche adulto ma dotati di tratti ma soprattutto origini o nazionalità russa o cinese, in grado magari di sostenere dei dialoghi in madre lingua. Se qualcuno crede ancora alla favola della Trieste multietnica e multiculturale, ieri trovava forse conferma all'interno degli uffici della Film Commission, abitati da centinaia di figuranti, soprattutto donne, in lizza sin dal primo pomeriggio armate di sogni, poco trucco, qualche foto e documenti. Chiedere a Karolina, la giovane ucraina trapiantata a Trieste da una decina d'anni, studentessa del terzo anno del corso di Audiovisivi dell'Istituto “ Galvani”. Volto da fata, altezza da indossatrice, buon italiano e oramai vago accento russo il suo: «Gli eventuali dialoghi in lingua non mi spaventerebbero certo – afferma con piglio deciso l'aspirante comparsa ucraina – il mondo dello spettacolo del resto mi interessa molto, basta vedere l'indirizzo di studio scelto a Trieste e il fatto che saltuariamente lavoro da modella. I possibili guadagni? Non ci penso eccessivamente – ha aggiunto Karolina – lavorare in questo film di Salvatores sarebbe per me solo una grande esperienza».
Esperienza o no, alcune fonti indicano che la diaria quotidiana per le comparse si aggira attorno agli 80 euro, per 10 ore di lavoro, anzi 9 + 1, con tanto quindi di pausa pranzo, offerta naturalmente dalla produzione. Una dote che pare non interessi troppo nemmeno ad Aiai, la ventunenne cinese che sembra uscita da un Manga, volto che potrebbe fare la sua parte in qualche scena marziale curata da Jackie Chan. La giovane Aiai, scortata per l'occasione dall'amico dal nome classico di Chen, è approdata da circa un anno dalla provincia di Portogruaro a Trieste, dove ora studia iscritta al primo anno del corso universitario di Scienze Infermieristiche: «E' la prima volta che mi avvicino a esperienze simili e in realtà non so bene in cosa consista – ha affermato serena – ai soldi non ci penso troppo ma credo potrebbero farmi comodo proprio per le rette universitarie, questo si».
Qualche scatto, poche e domande e un altrettanto classico come «Le faremo sapere». Succedeva questo nella nuvola che profumava di sudore, deodoranti e aspettative e che ieri pomeriggio ha accompagnato l'intero casting, l'ennesimo ma l'ultimo. Dopo i soggetti esotici a breve si aprirà infatti il reclutamento dei cosidetti “ generici”, ne serviranno a centinaia. Il “ragazzo” di Salvatores sarà forse invisibile ma di sicuro concreto. Anche per il rilancio della stessa Film Commission regionale.
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