Tutti adottati i trenta agnellini di Ceroglie

Successo dopo le porte aperte alla fattoria Antonic. Scelti i nomi più svariati: dal calcistico Dybala fino allo storico Sissi

DUINO AURISINA. Sono stati tutti adottati i 30 agnellini di razza carsolina della fattoria Antonic a Ceroglie (Duino Aurisina). Domenica scorsa l’azienda agricola aveva aperto le porte della sua realtà ai piedi del monte Hermada e grazie alla collaborazione dell’associazione Joseph, aveva lanciato l’iniziativa “Adotta un agnello carsolino” finalizzata alla salvaguardia e al ripopolamento di questa razza autoctona. Decine di famiglie hanno visitato la fattoria, partecipando anche alle visite guidate e agli incontri didattici. In poche ore in molti hanno sottoscritto l’impegno all’adozione annuale dei cuccioli di pecora nati nei mesi invernali, assegnando alle bestiole anche un nome scaturito, il più delle volte, dalla fantasia o dalle passioni dei bambini.

Così nelle stalle degli Antonic ora vivono tra gli altri gli agnellini Dybala, Lasko, Sissi, Bucaneve, Matilde, Bella, Drazen, Hope, Macchia e Bea. «L’iniziativa ha avuto un successo inaspettato – ammette Andrea Stoka dell’azienda Antonic – e per molti bambini questa esperienza ha rappresentato uno dei primi veri contatti con gli animali di una fattoria e per gli adulti la scoperta di questo tipo di razza e della vita di un’azienda come la nostra. Ripeteremo l’iniziativa anche il prossimo anno».

Chi non è riuscito ad adottare un agnellino degli Antonic dovrà attendere marzo 2019. È possibile già iscriversi in una sorta di lista d’attesa, anche in previsione del fatto che qualche famiglia che ha appena sottoscritto l’adozione annuale non la rinnovi nel 2019.

Alla base dell’intera questione i pochi esemplari di pecora carsolina rimasti sul nostro Carso. Se ne contano ormai poco meno di 300. Chi ha adottato uno degli agnelli degli Antonic, ha ricevuto un certificato di adozione che riporta il numero del contrassegno che identifica quell’animale. L’iniziativa però ha sollevato anche alcune polemiche. Gli animalisti fanno presente che in un allevamento da latte come quello degli Antonic, gli agnelli maschi che non potranno ovviamente mai produrre latte vengono uccisi. Per produrre il formaggio è necessario togliere gli agnelli alle madri, perché altrimenti berrebbero loro tutto il latte. «Partecipando a questo evento – scrivono gli animalisti – non si ripopola il Carso di agnelli e pecore liberi allo stato brado ma si va soltanto a finanziare un vero e proprio allevamento». «Il Carso – spiega Enrico Maria Milic, referente dell’associazione Joseph che non nasconde il fatto che alcune pecore dell’azienda Antonic vengono uccise per produrre carne – è un territorio fatto di micro aziende agricole, dove non esistono quelle “fabbriche da carne” che caratterizzano l’industria alimentare e che forniscono normalmente il 90% della carne che troviamo in supermercato». «Il lavoro di Antonic – aggiunge – è figlio del Carso, in questo senso: le pecore vengono portate al pascolo, sono trattate con sensibilità, vivono bene, non sono rinchiuse l’una sopra l’altra, torturate, rimpinzate di antibiotici, ferme tutto il giorno tutta la vita e macellate senza umanità».

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