«Tutelare Barcolana e soci Svbg»

I grandi velisti triestini Vascotto, Bressani e Spangaro dicono la loro su futuro e gestione della regata
Silvano Trieste 13/10/2013 45a Barcolana
Silvano Trieste 13/10/2013 45a Barcolana

Hanno solcato i mari di tutto il mondo raccogliendo trofei e titoli internazionali come fossero noccioline, portando in alto il nome di Trieste. E naturalmente sono sempre stati protagonisti anche nelle acque del nostro golfo, in quella che per tradizione è la regata più amata, non fosse altro perché lì si respira l'aria di casa. Adesso i grandi skipper triestini guardano con attenzione a quello che sta succedendo intorno all'evento Barcolana: un appuntamento sportivo unico nel suo genere, che sembra però essere giunto ad un bivio decisivo. Hanno assistito alla burrasca avvenuta nelle scorse settimane all'interno della società organizzatrice della regata e stanno osservando quelle che sono le grandi manovre in atto per scrivere il futuro di questa manifestazione.

Ora però è arrivato il momento di dire la loro su questa vicenda. «Stiamo parlando di un evento più unico che raro e che rappresenta un biglietto da visita straordinario per l'intera città - spiega il pluricampione mondiale Vasco Vascotto -. La Barcolana è una di quelle manifestazioni che meno la tocchi e meglio è. Però ricordiamoci che nessuna cosa è immortale, nemmeno la Barcolana: diamo i meriti a chi l'ha resa grande, ma dobbiamo anche prendere atto che sono stati commessi degli errori, cui bisogna porre rimedio. La regata nasce come sfida con il compagno di ormeggio, mentre negli ultimi tempi è diventata una competizione esasperata, dove peraltro le grandi barche vincono troppo facilmente. E poi non dimentichiamoci dei soci della Svbg che hanno creato un evento di cui ha beneficiato tutta la città: è arrivato il momento che sia loro, sia i giovani atleti possano ricevere qualcosa in cambio». Pensieri condivisi anche da Lorenzo Bressani, nato e cresciuto proprio alla Svbg: «La prima cosa da fare è indubbiamente quella di analizzare bene il bilancio e di rimettere i conti a posto - sottolinea Bressani -. I tempi d'oro sono finiti e certi investimenti non si possono più fare, ma soprattutto non è giusto che a rimetterci siano solo i soci della Svbg. Bisogna fare delle scelte: a mio avviso la parte sportiva non va toccata ed anzi è necessario riportare duemila barche alla partenza che sono poi quelle che creano l'interesse. Si può pensare invece di ridurre, o meglio compattare nell'arco di un solo fine settimana, tutti gli eventi collaterali a terra: in sostanza si fa quello che ci si può permettere, altrimenti è giusto sacrificare qualcosa».

Una distinzione che viene sposata anche da Stefano Spangaro, protagonista di un entusiasmante secondo posto nell'ultima edizione: «La Barcolana da semplice regata è diventata nel corso degli anni un grande evento che ha dato lustro alla città - afferma Spangaro -. Ma va separato l'evento a mare da quello a terra: in regata bisogna riportare quell'interesse che negli ultimi anni è scemato creando più competizione. Parallelamente vanno gestiti gli eventi a terra affidandoli a un pool di professionisti. Ma soprattutto serve una sinergia globale tra enti, istituzioni e privati: bisogna lavorare tutti insieme e dare una mano ai soci organizzatori, sui quali troppo spesso sono ricaduti solo gli oneri e non certo gli onori».

Pierpaolo Pitich

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