Tute mimetiche e mitra sul Carso. Ma è un gioco

A Jamiano battaglia (simulata) fra gli amanti del «soft air», organizzata dai ”Dog soldiers” di Trieste.
RONCHI
"Meglio giocare a fare la guerra che fare la guerra per gioco": è questo il loro motto, ciò che desiderano far sapere anche agli altri. A tutti coloro che, vedendoli bardati in quel modo, come veri e propri soldati in missione, li credono degli esaltati, uomini e donne che vorrebbero partecipare a una battaglia vera e propria.


Ma loro non accettano tutto questo. Gli amanti del “soft air”, ovvero di quel gioco che simula la guerra, ancora una volta ribadiscono che la loro passione, spesso criticata e contestata dalla gente, è tutto fuorchè un incitamento alla guerra. E ieri mattina, alla quota 208 del Carso sopra Jamiano, si sono ritrovati in 150 per un’amichevole di ”war game” organizzata dall'associazione “Dog Soldiers” di Trieste, una delle più quotate in regione con un palmares ricco di titoli regionali, nazionali e internazionali. Ci sono uomini e donne, tutti maggiorenni, bancari, impiegati, carrozzieri, anche qualche appartenente alle forze dell’ordine. E ieri, come succede sempre nelle loro competizioni, si sono misurati imbracciando fucili e mitragliatori che funzionano ad aria compressa, spesso molto sofisticati e il cui valore può superare anche i 500 euro.


«Questo gioco insegna a orientarsi, ad essere onesti, a misurarsi con la fatica – sono le parole del presidente, Sergio Zazinovich (vicepresidente è Vittorio Morterra) – e chi vuol fare l’esaltato viene immediatamente cacciato. Non abbiamo bisogno di personalismi o di estremismi, vogliamo soltanto divertirci e fare gruppo. Qui è bandita la politica, non ci possono essere segni distintivi di destra o di sinistra. Qui si gioca e basta ed è questo il nostro obiettivo ». Certamente la curiosità attira e vederli addentrarsi sul Carso in mimetica ed elmetto fa una certa impressione. Qui, negli anni della “Guerra Fredda”, la gente era abituata a militari veri e propri, con pallottole di piombo non di gomma come usano gli amanti del “soft air”. Ieri mattina non ci sono stati né vincitori, né vinti. Tutto in un clima di grande amicizia, che ha varcato i confini campanilistici degli “ucci” e dei “furlani”, che si è concluso con un lauto pranzo messo a punto dagli organizzatori.


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