Turisti nello spazio e ricercatori in Antartide: Fvg al trampolino di lancio

È friulano l'unico collaudatore italiano selezionato dalla Virgin Galactic che ha come obiettivo quello di portare i turisti nello spazio. E l'Ogs di Trieste torna in Antartide per studiare i cambiamenti climatici
Il pilota Nicola Pecile in una foto d'archivio
Il pilota Nicola Pecile in una foto d'archivio

Il pilota friulano che porta i passeggeri nello spazio

UDINE. È friulano l'unico collaudatore italiano (sono sette complessivamente i piloti) selezionato dalla Virgin Galactic, la compagnia del magnate americano Richard Branson che ha come obiettivo quello di portare a 100 chilometri dalla Terra turisti spaziali a bordo di un veicolo suborbitale. Si chiama Nicola Pecile ed è originario di Fagagna (Udine).

Dal 2011 - riporta il quotidiano Messaggero Veneto in edicola oggi, mercoledì 17 gennaio - si trova sullo spazioporto di Mojave, cittadina nell'omonimo deserto della California, a circa un'ora e mezza a Nord di Los Angeles, luogo in cui la Virgin Galactic costruisce e sviluppa i veicoli suborbitali SpaceShipTwo e gli aerei madre da cui questi vengono sganciati, WhiteKnightTwo. Il 2018 - scrive ancora il Messaggero Veneto - dovrebbe essere l' anno del primo volo suborbitale per la compagnia. Costo del viaggio: 250 mila dollari. Al momento sono state raccolte oltre settecento prenotazioni, ma le indagini di mercato dimostrano l'interesse di centinaia di migliaia di clienti. Il pilota friulano attualmente è coinvolto in due attività: una relativa al pilotaggio e all'esecuzione dei test sui velivoli e l'altra relativa allo sviluppo ingegneristico del programma SpaceShipTwo e degli upgrade hardware su WhiteKinghtTwo.

«Parte del mio lavoro - spiega al quotidiano - è di verificare che i parametri e i coefficienti di stabilità del veicolo siano in linea con i dati di volo reali e con le simulazioni fluidodinamiche generate da modelli computerizzati. Mi occupo anche della sicurezza dei voli prova in generale, quindi gestisco gran parte delle attività volte alla mitigazione e riduzione del rischio insito in ogni volo. In futuro, sarò coinvolto anche sulle future navette che stiamo costruendo». E afferma: «Porterò il Friuli nello Spazio»

La nave Ogs Explora attraccata a Trieste
La nave Ogs Explora attraccata a Trieste

TRIESTE Intanto, riporta l'Ansa, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs di Trieste torna a indagare l’Antartide e i cambiamenti climatici a un anno di distanza dalla missione che aveva portato al largo del Mare di Ross l’Ogs Explora, unica nave di ricerca con capacità oceanica con classe artica di proprietà di un ente italiano.

Laura De Santis, geologa marina in servizio dell’ente da oltre 20 anni, è infatti l’unica ricercatrice italiana a partecipare alla «Iodp Expedition 374», missione internazionale di cui è anche co-coordinatrice insieme a Robert M. McKay,dell’Antarctic Research Centre della Victoria University ofWellington (Nuova Zelanda).

In realtà ci sono altri due scienziati di origine italiana a bordo della nave, ma sono imbarcati come
ricercatori provenienti da altri paesi dove lavorano ormai da diversi anni (Francesca Sangiorni, University of Utrecht, Paesi Bassi e Peppe Cortese, Gns, Nuova Zelanda).

L’Italia partecipa a questo grande programma internazionale di perforazione, che nel 2018 compie 50
anni, come membro del consorzio europeo Ecord grazie ad un contributo del Miur.

Scopo della missione, partita dalla Nuova Zelanda, è studiare le dinamiche glaciali, oceanografiche e geologiche che hanno caratterizzato le zone del Mare di Ross negli ultimi 20 milioni di anni, verificare come i cambiamenti climatici hanno impattato sul Wais (West Antarctic Ice Sheet) e cosa potrebbe significare un mondo più caldo in futuro.

 

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