Turismo, tassa di soggiorno: arriva la frenata in Fvg
TRIESTE. La giunta Serracchiani frena sulla tassa di soggiorno. Le polemiche sollevate dalle categorie economiche hanno spinto l’esecutivo a rimandare ad altra sede l’operazione, con il proposito di riformulare la norma che prevedeva l’introduzione dell’imposta. L’assessore alle Attività produttive Sergio Bolzonello e l’assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin ieri hanno deciso di intervenire con un emendamento alla manovra di assestamento di bilancio.
Una soluzione che consentirà di equiparare i Comuni capoluogo, che stando all’ultima legge regionale sulla finanza pubblica avrebbero potuto far scattare la tassa a piacimento, ai Comuni turistici. Perché quest’ultimi, per inserire il balzello, avrebbero necessitato di un passaggio in giunta con delibere ad hoc. Sarà quindi la Regione, secondo le intenzioni, ad emanare un apposito regolamento per l’attuazione e la scelta dei Comuni turistici. E lo farà solo quando ne ravviserà la necessità, dal momento che l’imposta si pone l’obiettivo di finanziare gli investimenti nel settore turistico.
«Di fatto – precisa una nota della Regione – la tassa di soggiorno rimane nell’impianto legislativo sulla finanza locale unicamente come ipotesi». La reale applicazione, dunque, viene demandata a un successivo atto giuntale e, in ogni caso, «senza prescindere da un costruttivo confronto con le categorie economiche». Ma Confcommercio e Federalberghi, che fin da subito si erano nettamente opposte alla proposta, tornano a confermare la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi di introduzione.
Va detto che fino alla nuova legge sulla finanza locale, varata recentemente dal Consiglio regionale, il Fvg era rimasta l’unica regione in Italia a non aver previsto la tassa nella propria disciplina fiscale. Imposta che, in ogni caso, non è obbligatoria, ma facoltativa: sono i Comuni che possono decidere se introdurla, ma a fronte di un regolamento regionale e obiettivi di investimento nel settore.
Via libera, inoltre, in tema di trasporto pubblico, a complessivi 52 milioni di euro da destinare alle Province per la copertura dei servizi del trasporto pubblico locale per il 2015. «È un provvedimento tecnico – rileva l’assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro – necessario a garantire alla Province gli impegni assunti dalle stesse nei confronti delle aziende di trasporto, fino a quando non sarà definito l’esito della gara per l’affidamento del servizio di tpl su base regionale».
Sul fronte istruzione, approvata anche la Programmazione delle attività di orientamento per l’anno 2015 e l’anno scolastico 2015- 2016, con particolare riguardo alla creazione di reti di collaborazione tra scuole. Le attività di formazione professionale rivolte a giovani sotto i 18 anni potranno coinvolgere un maggior numero di partecipanti: il tetto passa da 3200 a 3800 unità, grazie anche a un incremento nel finanziamento che da 22.235.136 euro sale a 26.404.224.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo